Chi svolge uno di questi lavori in futuro potrebbe essere sostituito dall’AI: quali sono le mansioni a rischio e come difendersi.
L’avvento dell’Intelligenza Artificiale ha cambiato profondamente molte delle nostre abitudini. Se da un lato questo strumento è in grado di semplificarci la vita rappresentando un valore aggiunto, dall’altro rischia di essere un’arma a doppio taglio. Innanzitutto, l’AI viene spesso usata come ‘scorciatoia’ dai furbetti. In secondo luogo, è stato dimostrato che in futuro potrebbe arrivare a sostituire l’essere umano in diversi lavori.

Prima, però, di cadere nell’allarmismo generale è bene dire fin da subito che c’è un modo per ‘difendersi’ da questo scenario inquietante. Scopriamo quindi quali sono i mestieri più a rischio e come evitare di venire sostituiti.
L’AI potrebbe sostituire questi lavori: lo dicono gli esperti
Secondo uno studio di Microsoft Research riportato da Visual Capitalist, attualmente l’Intelligenza Artificiale sarebbe già in grado di replicare una parte rilevante delle attività svolte in molti mestieri cognitivi. Fra i lavori maggiormente a rischio ci sono interpreti, traduttori, redattori, addetti al customer service, sviluppatori web, analisti di dati, venditori e relatori pubblici. In cima alla classifica, con oltre il 90% delle mansioni potenzialmente automatizzabili, ci sono gli storici.

Il loro compito, di fatto, consiste nel raccogliere, sintetizzare e riassumere testi. Delle mansioni che l’AI già svolge regolarmente meglio di molti esseri umani. In pratica, tutti quei lavori in cui l’attività principale è tradurre, scrivere, analizzare dati o redigere testi sono quelli maggiormente sostituibili, dato che le macchine sono in grado di svolgerle in maniera egregia e senza sosta.
Di contro, i mestieri che l’Intelligenza Artificiale non potrebbe nemmeno mai imitare sono quelli fisici, imprevedibili e relazionali. Motivo per cui in fondo alla classifica stilata dagli esperti ci sono lavori come idraulici, muratori, elettricisti, infermieri e assistenti personali. Possiamo quindi dire che coloro che lavorano in ambienti non digitalizzati o a contatto con il corpo e le emozioni riesce a ‘salvarsi’ dall’automazione.
Questo però non significa che alcuni lavori siano destinati ad estinguersi. Semplicemente, per continuare ad esistere, dovranno evolversi. Pensiamo ad esempio alle casse automatiche. Con il loro avvento i cassieri non sono spariti, ma è cambiato il ruolo. Lo stesso potrebbe succedere con l’AI, dal momento che molto spesso l’algoritmo non sostituisce l’essere umano, ma lo affianca.
La soluzione è dunque ‘semplice’. Innanzitutto, ci si può riqualificare nelle competenze che le macchine non possiedono (pensiero critico, gestione del cambiamento, intelligenza emotiva). Inoltre, è importante imparare ad usare l’Intelligenza Artificiale come risorsa e smettere di vederla come una minaccia. In fondo è la regola principale alla base dell’evoluzione.





