Una storia che potrebbe avere anche delle ripercussioni, considerato che erano dipendenti assunti a part time ma che lavoravano 40 ore settimanali senza ferie con uno stipendio 900 euro al mese
Una storia che non sembra verosimile, nel senso che farebbe arrossire e arrabbiare parecchio. Ma si tratta di storia di lavoro, di persone che, a prima impressione, sembra sfruttate e mal pagate. Persone che non avevano ferie, il giorno di riposo e in più lavoravano 40 ore settimanali e, quello che più sorprende, è che sarebbero stato pagati solo per una metà. Insomma, non proprio una bellissima storia di lavoro. Tutt’altro. Non solo. Gli ispettori del lavoro che sono arrivati per controllare tutto hanno posto diverse verifiche e fatto notare che poteva trattarsi di sfruttamento vero e proprio.
Una situazione non proprio idilliaca e per questo il proprietario della catena d’abbigliamento, vista la situazione e il controllo degli ispettori è stato denunciato e finito sotto processo. Lui diceva che non era così come veniva raccontato e soprattutto definito e ha cercato in tutti i modi di provare il contrario, cercando di portare la documentazione necessaria. Tutto sembrava contro di lui e alla fine, quello che è incredibile nonostante lo scenario, il giudice gli ha dato ragione.
il legale rappresentante della società, a capo di una catena di abbigliamento, è finito a processo ma ieri è stato assolto al tribunale di Ancona dal reato “perché il fatto non sussiste”. Non ci sarebbe stata la sussistenza di una condizione di stato bisogno del lavoratore che, se si sentiva sfruttato, avrebbe potuto licenziarsi a meno che quel lavoro non era proprio impellente per lui e chi lo aveva assunto lo sapeva approfittandone.
Imputato un 51enne, napoletano, a capo dell’attività e con punti vendita al centro commerciale II Maestrale di Senigallia e al centro commerciale Le Grotte a Camerano. Stando alle accuse l’imputato avrebbe assunto lavoratori sfruttandoli, offrendo retribuzioni inferiori rispetto al contratto di lavoro o non corrispondenti agli effettivi giorni e ore di lavoro fatte. Ma tutto per ora è andato contro a chi aveva presentato la denuncia, anche perché non avrebbe provato quanto sosteneva.