La mobilitazione è scattata da giorni, visto che la Regione e le istituzioni locali vogliono inserire dei pannelli sui terreni, ma la protesta è vibrante
Una protesta vibrante e non affatto morbida. Anzi si sono fatti sentire eccome. E se adesso sono pochi, se ce ne sarà bisogno, saranno molto di più e, forse, con un ospite incredibile e che farebbe fare il giro del mondo. A Tavullia, insomma, non c’è solo Valentino Rossi o meglio è una città conosciuta in tutto il mondo grazie alle imprese del campione, ma da qualche giorno è al centro delle cronache per un fatto curioso, ovvero di una iniziativa della Regione che vorrebbe piazzare degli impianti fotovoltaici sui terreni agricoli. E questo non va bene a nessuno. Tttt’altro.
Insomma, va bene tutto e tutti sono d’accordo nell’avere energia pulita, sia ben chiaro, ma quello che non si capisce è perché a scapito dell’agricoltura. L’Europa indica la via green ma si va scontrare con le regole e le abitudini delle persone che su quei terreni ci lavorano, ci coltivano e ci producono materie prime che poi servono per vivere e campare con esse. Ma se verrebbero istallati dei pannelli fotovoltaici su pezzi di terreno verrebbe meno la possibilità in alcune zone di poter coltivare.
E così tutti a protestare, per ora in maniera pacifica, ma sono pronti a farsi sentire anche in regione, anche perché dopo quanto accaduto a Villa Fastiggi, altra località della zona dove erano previsti gli inserimenti di pannelli fotovoltaici, adesso si parla della possibilità di farne uno nuovo proprio a Tavullia. E per le persone che vivono questa terra e anche per il consigliere regionale Andrea Biancani che appoggia da sempre questa lotta, si tratterebbe dell’ennesimo “scempio del territorio”. E questo non verrà permesso. Lì in mezzo ai manifestanti ci sono persone che lavorano e che non approvano questo progetto.
No ai pannelli fotovoltaici sui terreni che devono essere coltivati, “si alla realizzazione dei panelli sui tetti dei capannoni, nei parcheggi, nelle aree industriali, nelle aree degradate; nelle aree agricole non coltivabili e sugli edifici agricoli“, le parole del consigliere regionale Biancani che poi aggiunge: “La Regione ha tenuto chiuse in un cassetto, per quasi 1 anno, 3 proposte di legge che individuavano le aree idonee e non idonee a tutela i terreni agricoli”