Il professore del Dipartimento di Ingegneria Industriale e Scienze Matematiche dell’Università Politecnica delle Marche, Giorgio Passerini, si espresso in merito al possibile arretramento del tratto autostradale A14 tra il Fermano e il Piceno
Nelle ultime settimane si è intensificato il dibattito relativo alla arretramento o all’ampliamento con la terza corsia del tratto autostradale tra il Fermano e il Piceno.
Interessante, in tal senso, la considerazione di Giorgio Passerini, professore del Dipartimento di Ingegneria Industriale e Scienze Matematiche dell’Università Politecnica delle Marche.
Passerini, in un’intervista rilasciata a cronachepiciene.it, ha spiegato come un eventuale arretramento della A14 consentirebbe, in primis, a tutta la costa marchigiana di ridurre l’inquinamento.
Queste, nel dettaglio, le sue parole: “Tutta la fascia Costiera delle Marche presenta livelli inquinamento dell’area mediamente più elevati del resto della Regione. Questa situazione è ben nota e ne è stato preso atto tanto da dividere la regione in tre fasce di pressione che corrispondono alle zone costiere, collinari e montane. La Costiera presenta la situazione più problematica per livelli di emissioni e popolazione esposta”.
A14, Passerini: “L’arretramento consentirebbe di diminuire l’inquinamento”
Il docente, dell’università Politecnica delle Marche, ha sottolineato come al momento nelle Marche la maggior parte delle emissioni che inquinano l’aria derivano dal traffico su gomma e dalla combustione per usi civili. Ciò significa, ovviamente, che le zone più popolate sono di conseguenza le più inquinate, ecco perché le strade principali non fanno altro che aumentare l’inquinamento con il passaggio frequente dei mezzi.
Per quanto riguarda il dibattito sulla terza corsia o sulla arretramento, Passerini ha spiegato: “Senza analizzare nel dettaglio i vari scenari direi che l’arretramento comporterebbe una diminuzione delle cosiddette pressioni sulla fascia Costiera mentre la realizzazione di una terza corsia aumenterebbe le missioni sui relativi territori”.
Il professore di Fisica tecnica ambientale ha poi aggiunto: “Credo che andrebbe anche analizzata la cosiddetta fase di cantiere. Le caratteristiche dell’attuale tracciato e dell’orografia della zona, durante tale fase dobbiamo aspettarci un lungo periodo di lavori con ulteriori emissioni in zone aventi densità di popolazione tra le più alte delle Marche. In alcune zone il tracciato sovrasta letteralmente punti completamente urbanizzati”.