Dopo anni di violenze la ragazza, oggi maggiorenne, ha trovato il coraggio di denunciare il genitore che ha sempre respinto ogni responsabilità
Un uomo, residente nella provincia di Ascoli Piceno, è stato condannato a 9 anni di reclusione perchè accusato di aver reiterato atti di violenza sessuale nei confronti della figlia, all’epoca ancora minorenne. Nessuno in famiglia si sarebbe mai accorto di nulla, e anche la giovane non lo avrebbe mai denunciato fino a un anno fa quando, raggiunta la maggiore età, ha trovato il coraggio di provare a liberarsi di un incubo che la perseguiterà per il resto della vita.
Sono stati 6.952 i reati a danno di minori in Italia nel 2024, in media 19 al giorno, 95 in più rispetto al 2023. Aumentati del 34% in 10 anni e addirittura dell’89% dal 2006. I reati più diffusi, che registrano anche l’incremento più alto, sono i maltrattamenti in famiglia dove a pagarne le conseguenze maggiori sono le bambine e le ragazze vittime anche di abusi sessuali da parte di familiari molto vicini.
Una vicenda terribile. Una storia che fa paura e rabbia anche soltanto a sentirla raccontare. Nella giornata di ieri il Gup di Fermo ha condannato a nove anni di reclusione un uomo residente in provincia di Ascoli Piceno per aver abusato sessualmente per anni della figlia allora minorenne.
Un dramma assurdo quello che si è verificato all’interno di una famiglia residente in provincia di Ascoli Piceno nella Marche, rimasto taciuto per anni, finchè la ragazza, una volta diventata maggiorenne, ha trovato la forza e il coraggio di uscire allo scoperto e denunciare finalmente quel papà orco che si è reso protagonista di un atto così malvagio. Per la bambina devono essere stati anni terribili quelli trascorsi, invece di sentirsi protetta dalla famiglia all’interno della propria cameretta.
E’ stato l’enorme coraggio dimostrato dalla ragazza nel 2024, una volta diventata maggiorenne, che è riuscita a ribellarsi dopo anni di abusi e di violenze a quello che doveva essere il suo angelo custode, a portarla a rivolgersi così all’avvocata Cristina Perozzi, alla quale ha raccontato l’incubo vissuto, mostrando messaggi del padre dal contenuto inequivocabile che sono serviti anche a far scattare la denuncia. Inevitabile l’apertura delle indagini da parte dei carabinieri del Comando provinciale di Ascoli, coordinate dalla Procura di Fermo, che hanno portato all’arresto dell’uomo, che ha sempre negato ogni responsabilità sostenendo che la figlia avesse inventato tutto.
Il processo però, celebrato con rito abbreviato, si è concluso con la condanna del padre a nove anni di carcere e con la disposizione di un risarcimento provvisionale di 20.000 euro in favore della vittima. Con la speranza che ora la ragazza possa riuscire a ricostruire la sua vita segnata da un dolore così profondo.