Scendono in campo per proteggere tutti quei piccoli esserini a quattro zampe e non, diverse associazioni animaliste per evitare che chi di loro resta ‘orfano’ non vada nei rifugi
Una bellissima iniziativa che potrebbe essere un esempio. E rappresentare un modello anche su scala nazionale, anche perché è un argomento molto sentito da tante persone. Quando purtroppo vengono a mancare le persone per vecchiaia o anche per malattia, ci sono tanti casi di cui pochi si occupano, ma che invece è necessario sapere di più e soprattutto fare di più per chi non c’è più e aveva con sé degli animali, soprattutto, e non certo per fare discriminazioni sugli animali, cani e gatti. Piccoli esserini che non possono essere autonomi e che senza i loro padroni non riuscirebbe a sopravvivere.
Ed è un tema su cui alla fine a pensarci sono sempre le associazioni degli animali, anche perché altre strutture e istituzioni arrivano sempre dopo e non è mai facile risolvere le situazioni quando si verificano nel momento in cui vengono a mancare i padroni e bisogna salvaguardare gli animali rimasti senza qualcuno che li accudisca. Ed ecco che le associazioni di animali scendono in campo per salvare dai rifugi quegli animali domestici che sono appartenenti a persone decedute. E’ il nuovo obiettivo dell’Aidaa, l’Associazione italiana per la difesa degli animali e dell’ambiente.
Salvare gli animali delle persone decedute dai rifugi: ecco a cosa si sta lavorando
L’associazione ha in mente di attuare un progetto che è molto bello e anche facile da realizzare a patto che ci siano dei supporti, ed è fatto in modo tale per evitare che tanti esemplari di cani e gatti vadano a finire nei canili e nei gattili di tutta Italia oppure, come purtroppo molto spesso accade, trasformarsi in randagi e vagare per le città senza avere nessuno che ci badi.
Il progetto dell’associazione nasce proprio dal fatto che ci sono alcune regioni d’Italia dove il randagismo ha percentuali elevatissime, tra queste c’è anche le Marche. E la possibilità è quella di poter cominciare nel Piceno, coinvolgendo la zona e l’area. Si comincia mettendosi in contatto con le onoranze funebri che vogliono aderire a questa iniziativa. Ed è ua gran risposta. Anche le imprese e le associazioni del Piceno saranno chiamate a collaborare. In provincia, ad esempio, un ruolo importante è svolto da ‘Amici di Fido