2° webinar CRESCERE INSIEME – MICHELE UVA: “Bisogna pensare al futuro con grande coraggio e non paura”.
Si è svolto, sulla piattaforma Cisco Webex Meet, il secondo webinar “CRESCERE INSIEME” targato Ascoli Calcio. Un evento al quale hanno preso parte molti ospiti di caratura nazionale e internazionale, oltre alla squadra bianconera.
A fare da padrone di casa il vice Presidente Vicario Andrea Di Maso, moderatore dell’evento, che ha portato i saluti di Patron Pulcinelli, impossibilitato a partecipare:
“Ogni settimana ospitiamo, all’interno dei nostri webinar, una ‘special guest’, un uomo di Sport, e questa sera è il Vice Presidente UEFA Michele Uva, di livello internazionale” – ha esordito Di Maso – “Oggi abbiamo voluto dare la possibilità a tutti i nostri tifosi di esserci vicini, attraverso la diretta Facebook dell’evento; da tifoso so quanto è difficile amare la propria squadra e non poter assistere alle partite per molto tempo, ma l’auspicio è che momenti di incontro come questo possano servire per ritrovarci e per sentire la vicinanza e il calore della Società”.
MICHELE UVA, Vice Presidente UEFA: “L’Ascoli è una Società che, da sempre, ha rappresentato un punto di riferimento del sistema calcistico italiano, ha militato tanti anni in A e in B e l’augurio è di rivedere questa piazza in un calcio di vertice. Per tornarci ci sono tante strade, su tutte la programmazione, come sta facendo l’Ascoli”. Il Vice Presidente UEFA ha parlato dell’importanza per un club di essere dotato di un impianto e centro sportivo di proprietà:
“L’avere un proprio impianto e, ancor prima, un centro sportivo di proprietà o gestito per 20, 30, 40 anni, è un investimento che può portare grandi ricavi. Oltre a questo, va detto che lo stadio rappresenta un punto di riferimento sociale, lo stadio è l’identità di una città, dei colori di una squadra. E’ il posto dove si crea una identità, quindi ad esso è connessa una responsabilità sportiva e sociale. Tutte le nazioni europee stanno sviluppando l’impiantistica sportiva: Ungheria, Turchia, Canada, Svezia, sono Paesi che hanno puntato sull’investimento in infrastrutture trainati da un grande evento o da politiche nazionali. In Italia, negli ultimi dieci anni, solo due squadre di Serie A e una di B, il Frosinone, si sono dotate di uno stadio di proprietà, l’Atalanta ci sta lavorando. Quanto ai centri sportivi, negli ultimi 5 anni l’80% delle società della top Division europea ne ha costruito uno. Avere un centro sportivo di proprietà significa ottimizzazione di costi, ma anche identità tecnica”.
CARLO NERI, Presidente Ascoli Calcio: “Il Centro Sportivo rappresenta l’identità tecnica, dalla prima squadra al settore giovanile. L’Ascoli stava lavorando su questo aspetto prima della pandemia e stiamo portando avanti il discorso anche ora. Lo stesso dicasi per la questione stadio: anche se non di proprietà, lavoriamo per una gestione di 20-30 anni. L’investimento in un marketing strategico ed efficace e la cura del cliente, ovvero i nostri tifosi, sono aspetti fondamentali così come i nostri sponsor, che rappresentano l’introito del calcio”.
Sul tema centro sportivo è intervenuto l’attaccante Leonardo Morosini, in rappresentanza dei calciatori bianconeri.
LEONARDO MOROSINI: “Sono arrivato a gennaio dal Brescia, che aveva appena sfornato un centro sportivo che il Presidente Cellino aveva creato anche a Cagliari. Da un po’ di anni conosco bene la Serie B e devo dire che l’Ascoli ha un centro sportivo all’altezza e che si avvicina molto a un impianto di Serie A”.
L’attaccante ha parlato anche dell’emergenza virus che ha colpito duramente il bergamasco, la sua terra:
“L’altra sera ho seguito in TV un report, dal titolo “il massacro silenzioso”. Il mio paese, Alzano Lombardo, è forse uno di quelli maggiormente vittima del contagio. La situazione è veramente grave, speriamo di ripartire pian piano, senza dimenticare chi non c’è più. L’auspicio è di ricominciare con grande senso civico e rispetto delle regole”.
Incalzato dal Vice Presidente Vicario su una promessa da fare ai tifosi, in collegamento Facebook, ha risposto:
“Intanto vorrei dire, con riferimento alla categoria calciatori, che questa grave emergenza ha fatto conoscere alla gente, che spesso idealizza noi calciatori, ragazzi normali, con le preoccupazioni di tutti. Io e tanti altri colleghi abbiamo partecipato a tante dirette sui social, un modo per essere vicini alle persone e questo è stato l’aspetto positivo di questa situazione. Promesse ai tifosi? E’ dura farne ora che c’è ancora un futuro incerto sulla ripresa dei campionati, ma, nel caso in cui si dovesse tornare in campo, l’augurio è di riaverli quanto prima allo stadio perché significherà che l’emergenza è finita. Sono d’accordo con quanto dichiarato qualche giorno fa da Troiano sul calcio senza tifosi: credo che il calcio senza pubblico sia senza fascino. La promessa minima è che se dovessimo tornare a giocare lo faremo con la voglia di vincere tutte le partite che ci restano”.
LUCA FILIPPONI, International Senior Area Director Angelini Pharma S.p.A.: “Partecipo con estremo piacere a questo webinar, sono ascolano purosangue, nato e cresciuto ad Ascoli, prima di andare all’Università. Sono tifoso dell’Ascoli Calcio e l’attaccamento è ancor più forte ora che non vivo più lì”.
Filipponi ha approfondito il tema delle azioni che le medie-grandi imprese stanno adottando in questo periodo di emergenza virus: “Ci sono molti modi di affrontare le contingenze, che a volte possono essere trasformate in opportunità. Nel 2020 affronteremo un periodo di recessione, simile a quella avuta dal 2007 al 2011. Studi interessanti hanno dimostrato che le aziende con un trend di crescita in fatturato hanno avuto due caratteristiche comuni: eccellente disciplina e velocità decisionale. Questo significa che bisogna prendere decisioni toste, veloci e su sfide complesse. Velocità e disciplina consentiranno un rapido ritorno alla cosiddetta “normalità”, ma vanno considerate altre due variabili: le regole di ingaggio, ovvero le azioni, che i governi attueranno per fronteggiare le sfide economiche che si presenteranno e un cambiamento dei modelli di business tradizionali, adeguandoli alle nuove attitudini dei consumatori. Le aziende che saranno disciplinate e veloci avranno addirittura la possibilità di emergere nel futuro prossimo”.
MARCEL VULPIS, Direttore Sport Economy: “Quando ho iniziato a occuparmi di economia dello Sport, nel 1992, lavoravo per Italia Oggi, secondo giornale economico del nostro Paese. Ricordo che, quando iniziai a proporre articoli di marketing sportivo, non si percepiva ancora il perché bisognasse dare una connotazione economica allo Sport, che fino ad allora era stato puro divertimento. Ho dovuto combattere almeno otto anni prima di convincere il mio Direttore a creare la prima rubrica di marketing sportivo, attiva da 13 anni. Non c’è una vera dignità dell’industria Sport, le aziende di calcio sono atipiche, basti pensare al valore di ammortamento di un calciatore, non paragonabile all’ammortamento nel settore industriale. C’è stato bisogno di una vera rivoluzione culturale per comprendere questo. Durante il periodo Covid anche i giornali hanno aumentato il numero di articoli sull’economia dello sport perché hanno capito che, chiudendo tutto il business del calcio, sarebbe finito tutto. Lo Sport ha bisogno di una sua identità, di un suo valore, perché produce 60 miliardi di euro fra economia diretta e indiretta. Competenza e merito vanno messi al servizio anche nel mondo dello Sport”.
Sul tema della ripartenza dei campionati: “La Bundesliga ripartirà, a conferma del fatto che in Germania ci sono imprenditori del mondo del calcio che vogliono assumersi il rischio. Non ho nulla contro Spadafora, ma non è uomo di Sport, in questo Paese dobbiamo iniziare a mettere le persone giuste nei posti giusti”.
Sul ridimensionamento economico inevitabile del sistema calcio: “C’è bisogno di un patto economico di business fra club, emittenti e sponsor”.
AVV. NICOLA MENARDO, Studio Grande Stevens: “Sulla questione della responsabilità dei club, in caso di positività al virus di un proprio tesserato/dipendente, va fatta una premessa. L’elemento normativo, relativo alla disciplina sulla sicurezza del lavoro, è il ‘testo unico sulla salute e sicurezza sul lavoro’, che ha portata universale e, quindi, comprende anche l’attività sportiva. In base al testo, è obbligo del datore di lavoro adottare le misure di prevenzione per ridurre al minimo il rischio infortuni. Il Decreto Cura Italia ha introdotto una disciplina specifica: il rischio di contagio da Covid all’interno di stadio o centro sportivo va trattato come rischio normativo e, quindi, vanno adottate misure di prevenzione e di massima sicurezza possibile. In caso di contagio, avvenuto all’interno delle strutture sportive, si può configurare una responsabilità anche di natura penale nei confronti dei rappresentanti del Club. Nel caso limite di decesso, non è escluso il reato di omicidio colposo”.
Il Vice Presidente Vicario, prima di dare nuovamente la parola a Michele Uva, ha annunciato che il prossimo webinar, con diretta Facebook, sarà trasmesso giovedì 14 maggio e approfondirà il tema della legalità con gli Avvocati Piero Madonia e Giuseppe Cavallaro, Massimo Castracane , executive manager di Banca Generali, una Special Guest (tutta da scoprire) e i calciatori bianconeri.
In conclusione Michele Uva ha dichiarato: “Il futuro si costruisce con gli investimenti. Ma gli investimenti hanno bisogno di competenze, idee e fatti, non di parole. In questo stato di crisi bisogna lavorare tutti insieme e pensare al futuro senza paura, ma con grande coraggio”.