Sanità: è scontro tra Ascoli Piceno e San Benedetto del Tronto sugli ospedali. Cosa sta accadendo, gli ultimi aggiornamenti.
Una specie i derby ma non nello sport, bensì nella sanità. Si tratta della sfida, o forse è meglio chiamarlo scontro, tra le città di Ascoli Piceno e San Benedetto del Tronto sugli ospedali e l’assegnazione dei reparti alle rispettive strutture.
Le due principali città della provincia di Ascoli, il suo capoluogo e la città rivierasca si contendono i reparti per i rispettivi ospedali. In epoca di continui tagli alla sanità e soprattutto di scarse risorse, diventa complicato assicurare i servizi sanitari essenziali e scatta la gara tra ospedali.
Il confronto-scontro tra gli ospedali di Ascoli e San Benedetto si è consumato nel corso di una riunione della Ast di Ascoli.
Il resoconto della riunione della Ast di Ascoli Piceno, con l’aspro confronto tra la sanità ascolana e quella sanbenedettese, è stato pubblicato in un articolo del Corriere Adriatico. Il primo punto contestato è stato lo scarso, o di fatto nullo, preavviso dato ai sindaci della provincia sulla convocazione della riunione: le 12.30 per una riunione che si sarebbe tenuta il giorno stesso alle 15.00, rendendo impossibile la partecipazione di molti primi cittadini.
Una delle principali questioni affrontate riguardava la riassegnazione del punto nascita, tra l’ospedale Mazzoni di Ascoli Piceno e il Madonna del Soccorso di San Benedetto del Tronto. Nel corso della riunione, la Ast di Ascoli ha deciso, per il momento, di mantenere due punti nascita, uno per ciascuno dei due ospedali. I numeri dei nuovi nati, però, sono al limite e in futuro si dovrà scegliere uno dei due ospedali.
Il vice sindaco di Ascoli, Massimiliano Brugni, ha ribadito “necessità di inserire nel piano che il punto nascita venga mantenuto al Mazzoni”. Una affermazione che ha contrariato il sindaco di San Benedetto, Antonio Spazzafumo, favorevole al mantenimento dei punti nascita in ognuno dei due ospedali ma non a considerare “prevalente” quello di Ascoli.
Questo è il terreno di scontro: quale ospedale manterrà il punto nascita, tra Ascoli e San Benedetto, visto il calo demografico che anche da queste parti si fa sentire. Lasciare il punto nascita nel capoluogo, che tuttavia è situato in una zona di entroterra, peraltro soggetta a spopolamento, o mantenerlo sulla costa, dove si sta spostando un numero crescente di residenti?
I sindaci della provincia di Ascoli avranno una settimana di tempo per studiare il documento di riorganizzazione della sanità ascolana e formulare le loro osservazioni, in vista della prossima riunione.
L’atto di riorganizzazione della sanità ascolana, prevede inoltre una nuova assegnazione di altri reparti tra i due principali ospedali della provincia: a San Benedetto andrà la chirurgia oncologica, mentre la chirurgia generale e d’urgenza spetterà ad Ascoli. Per la rianimazione, invece, si è deciso di creare una unica unità complessa tra il reparto sambenedettese e quello ascolano, che saranno coordinati alla dottoressa Tiziana Principi. Il Sert sarà accorpato a Psichiatria e sarà istituito un dipartimento apposito per gestire i ricoveri ospedalieri.
Sarà cancellata l’unità operativa semplice delle malattie infettive e allo stesso tempo sarà aperta un’unità operativa complessa delle malattie dell’apparato digerente ed endoscopia digestiva da assegnare ad Ascoli. Un’altra chiusura riguarda l’unità operativa semplice dipartimentale di pediatria d’urgenza a San Benedetto, dove, tuttavia, sarà aperta un’unica unità operativa di ostetricia e ginecologia. Stando a queste premesse, dunque, in futuro il punto nascita potrebbe andare proprio all’ospedale sulla costa.