“Questo libro parla del dopo, che è un infinito durante. Un dopo in cui continua a succedere di tutto o forse niente. Un dopo in cui rimangono pochi a raccontare perché raccontare ancora e ancora è faticoso e sembra di ripetersi e ripetere storie di “un Paese senza” che di terremoti ne ha visti tanti e spesso ti sembra che non ci sia nessuno ad ascoltare questi racconti”.
A parlare è la scrittrice Silvia Ballestra, fra le pagine della sua prefazione a Dopo. Viaggio al termine del cratere del giornalista Mario Di Vito.
E’ il primo libro, al solito autoprodotto, che viene pubblicato dall’osservatorio permanente sul doposisma Lo stato delle cose: potrà essere scaricato gratuitamente online, da mercoledì 13 febbraio, in formato pdf e come ebook, sulla sezione Scritture dello Stato delle cose.
E’ un libro necessario perché racconta il terremoto da dentro, attraverso la voce in presa diretta di un cronista di razza che, dal 24 agosto 2016, non ha mai smesso di scriverne. E’ il motivo per il quale appena Mario Di Vito me ne ha parlato, quando ancora non ne aveva scritto un rigo ed era solo un’idea, non ho avuto un attimo di esitazione nel proporgli di farne un libro da pubblicare attraverso Lo stato delle cose. Grazie, allora, a Mario per il suo Dopo. Viaggio al termine del cratere e grazie a quante e quanti lo hanno reso possibile con il loro aiuto.
Mario Di Vito è un giornalista d’autore, vecchia scuola, taccuino e faldoni. Classe 1989, cresciuto occupandosi di cronaca nera per il Resto del Carlino della provincia picena, si fa le ossa su alcuni enigmi di rilievo nazionale come il caso Parolisi e approda velocemente a il Manifesto, per cui collabora da alcuni anni sui temi di giustizia e malagiustizia, e a Radio Città Aperta, dove non si risparmia nella sua battaglia contro gli abusi delle forze dell’ordine nel mondo carcerario.