Dopo le parole di ieri del capo della Protezione Civile, Angelo Borrelli, in queste ore si è aperto il dibattito sull’ipotesi di riapertura delle attività economiche anche nelle Marche.
“La battaglia è tutt’altro che finita – dice il segretario regionale Pd Giovanni Gostoli – C’è stato un significativo rallentamento della pandemia grazie alla responsabilità dei cittadini. Di coloro i quali, sempre di più, hanno rispettato le regole e adottato comportamenti giusti. La situazione, però, è ancora difficile. Non abbassiamo la guardia. Per non vanificare i sacrifici fatti fino ad oggi bisogna ancora restare a casa. La misura economica più importante è combattere il virus: prima viene debellato e prima ripartiamo. La salute delle persone e dei lavoratori viene prima di tutto”, aggiunge il segretario regionale Pd.
Allo stesso tempo Gostoli raccoglie l’appello e le preoccupazioni degli imprenditori apparse oggi sui quotidiani locali: “Nelle Marche dobbiamo ancora raggiungere il “picco” di contagi che molto probabilmente sarà a metà aprile. Siamo ancora in piena emergenza. Per capire quale sia il periodo migliore per ripartire dobbiamo affidarci alla scienza e agli esperti sanitari. È un virus nuovo che ancora non conosciamo fino in fondo. Quello che temo è che dovremmo conviverci per un medio periodo adottando misure e comportamenti anti contagio per il ritorno graduale alla normalità. I tamponi e lo screening sierologico, insieme alle regole comportamentali di ciascuno, diventeranno strumenti fondamentali nella gestione della ripartenza futura. Per la “fase due” occorre costituire due cabine di regia, sia a livello nazionale e sia a livello regionale, composte dal governo, comitato scientifico ed esperti sanitari, Regioni ed Enti locali, sindacati e associazioni di categoria delle imprese – sostiene Gostoli – Superata l’emergenza e senza abbassare mai la guardia è plausibile ipotizzare delle riaperture step by step, con gradualità, che si determinano con l’evolversi della situazione e può avere valutazioni diverse da settore a settore di produzione o di lavoro. Intanto, ciò che si può fare in questo periodo, da un lato, le imprese, devono organizzarsi, alcune lo stanno già facendo, per garantire alla riapertura il protocollo di sicurezza per la salute delle lavoratrici e dei lavoratori. Dall’altro, le istituzioni dovrebbero cogliere l’occasione per una sburocratizzazione del Paese. Quando sarà finita l’emergenza sanitaria saremo ancora in emergenza sul piano economico e sociale. In una situazione straordinaria servono misure straordinarie e occorre fare di tutto perché la ripresa sia la più veloce e rapida possibile, semplificando la vita alle imprese”.