Nel 2024 cambia l’assegno divorzile: la normativa è stata aggiornata. Ecco gli svantaggi e i vantaggi del cosiddetto mantenimento.
L’assegno divorzile è uno dei diritti garantiti al coniuge debole dopo lo scioglimento del matrimonio. E’ a carico dell’altro ex coniuge e spesso viene versato alle donne poiché nella maggior parte dei casi, per ragioni culturali o per la maternità, spesso non lavorava durante il rapporto matrimoniale. Tuttavia la legge ha avuto diverse modifiche negli anni.
Sempre più sentenze recenti hanno reso il requisito dell’assegno divorzile sempre più stringente, anche in ragione del fatto che oggi sempre più donne lavorano e sempre più coppie si separano in età giovanile, quando ancora hanno maggiori opportunità di trovare un impiego e spesso anche senza figli. Nel 2024 è cambiato di nuovo l’assegno divorzile e la normativa è stata recentemente revisionata, con vantaggi e svantaggi. Vediamoli insieme.
Recenti sentenze di Cassazione hanno rivalutato anche altre situazioni in cui il coniuge non ha alcun diritto all’assegno divorzile. In un recente caso pubblicato sul sito ”La Legge per tutti” a un uomo è stata rigettata la richiesta di ottenere il mantenimento dalla ex moglie, anche se lui ha trascurato la sua carriera per seguire quella della sua ex moglie e la famiglia. Una situazione comune a tante donne, che spesso per questo motivo ricevono l’assegno. Ma a lui è stato rigettato e la nuova sentenza spiega il perché.
L’uomo che ha chiesto l’assegno divorzile perché è disoccupato mentre l’ex moglie in bancarotta ha avuto un no da parte del giudice perché nel frattempo aveva contratto un nuovo matrimonio. La Cassazione, nella sentenza 33665/2022, ha affermato che il mantenimento non si può escludere se l’ex coniuge si rifà una nuova vita e convive con qualcuno, ma risposarsi è motivo per cui l’istanza viene respinta.
Secondo l’articolo numero 5 della legge 898/1970, ovvero la legge sul divorzio, infatti, l’obbligo di corresponsione dell’assegno cessa se il coniuge, al quale deve essere corrisposto, passa a nuove nozze”. Invece, se il coniuge che versa l’assegno si risposa sarà sempre obbligato a versare l’assegno all’ex. La corte di Cassazione nel luglio del 2018, ha precisato che l’assegno divorzile non ha lo scopo di far mantenere lo stesso tenore di vita all’ex coniuge, ma ha un fine assistenziale-compensativo-perequativo, basato sui principi di pari dignità dei coniugi su cui è fondato il modello costituzionale del matrimonio. In poche parole, il fine da tutelare è il matrimonio, anche se è finito, ma anche limitare la disparità economica tra i due ex coniugi, che va verificata.