Il tunisino Abdesalem Lassoued il 16 ottobre del 2023 uccise due cittadini svedesi nella capitale belga ma passò del tempo a Fermo e a Macerata
In tutta Italia ci sono perquisizioni in atto da parte dell’Europol e non solo. Alcuni agenti della polizia internazionale sono da giorni in Italia e si sarebbero divisi alcuni territori nel Belpaese, alcuni di loro sono concentrati anche nelle Marche e stanno monitorando i movimenti di 18 persone di origine nordafricana che avrebbero avuto qualche coinvolgimento nell’attentato che c’è stato a Bruxelles lo scorso 16 ottobre, da parte del tunisino Abdesalem Lassoued.
A tappeto ci sono state e ci sono tuttora mirate investigazioni da parte della polizia belga e alcuni organismi specifici e dettagliati sul terrorismo da parte di Europol, che, in collaborazione con la polizia italiana, in questo caso marchigiana, avrebbero consentito di fare ancora più chiarezza su diversi contatti che l’attentatore avrebbero avuto in Italia in un periodo che va dal 2012 al 2016. Alcuni di loro sarebbero anche andati in Belgio, secondo qualche giornale scandinavo, proprio perché legati a Lassoued.
In principal modo le concentrazioni sarebbero su Fermo e Macerata
I diciotto che sono sotto indagine e monitorati sarebbero legati e appartenenti alla cerchia di amicizie che il tunisino avrebbe avuto con loro, spostandosi in diverse regioni italiane e soprattutto città come Macerata, Bologna, Brescia, Como, Fermo, Ferrara, Lecco, Perugia, Roma, Teramo, Torino, Trento e Udine. Si sta cercando di fare piena luce su questi contatti e su diverse situazioni collaterali anche per evitare che ci possano essere cellule nel nostro paese o qualcosa di simile.
Sono stati emessi dei provvedimenti a carico di queste persone dal procuratore distrettuale Giuseppe Amato e dal pm Stefano Dambruoso della Direzione Distrettuale Antimafia ed Antiterrorismo della Procura di Bologna tanto che in queste ore si stanno studiando le mosse di questi personaggi, per sapere se sono ancora in Italia o meno. Si stanno effettuando controlli incrociati dal personale del Ros dei Carabinieri e della Digos della Questura di Bologna, con il supporto del Raggruppamento Operativo Speciale di Roma e della Direzione Centrale della Polizia di Prevenzione, tentando di ricostruire profili social con contenuti tipici degli ambienti dell’estremismo di matrice confessionale. Alcuni di questi sarebbero stati individuati e allontanati dal nostro paese, ma non si sa se qualche tempo prima dell’attentato o subito dopo.