Negli ultimi giorni ci sono stati diversi tentativi di truffa nella zona di Ascoli e non solo, con messaggi che invitavano persone a fornire informazioni riservate
Telefonate o messaggi che portano guai. Sms e chiamate improvvise, anche se ultimamente si sono intensificate. E qualche guaio stanno portando. C’è l’invio di un sms nel telefonino di tante persone e arriva direttamente da Poste italiane. Una cosa quasi certificata e sicura. E’ uguale, colori, simbolo e la cortesia e chiede dati sensibili e riservati, come password e codici di accesso all’Internet banking o gli estremi della carta. Informazioni sensibili che di solito non si chiedono mai, anche se è la nostra banca o le poste. “Mai e poi mai le aziende qualificate chiederanno informazioni sensibili alle persone”, dicono gli esperti.
E’ una cosa che si usa abitualmente e in gergo si chiama “smishing”, ovvero far passare sui vari telefonini richieste con loghi ufficiali di Poste Italiane o di altre aziende per chiedere di poter avere dati sensibili per poter operare e fare dei controlli. In verità si tratta di una truffa e un modo per poter entrare nei conti delle persone e poter prendere tutto quello che si può prendere, ma a tutto questo si può ovviare, basta stare attenti e operare in sicurezza, soprattutto per evitare grane e spiacevoli situazioni come vedersi prosciugare i soldi dal proprio conto personale.
Ormai sono anni che la polizia postale soprattutto avvisa i cittadini e tutti gli utenti che qualora qualcuno dovesse chiedere informazioni relative a password o altre cose sensibili, è ufficiale che si tratta di una frode. Nel Piceno e nella zona di Ascoli in queste ultime settimane questo genere di fenomeni si sono intensificati, con la possibilità che tanti che operano in questo tipo di situazione su cento o mille chiamate qualcuno che, purtroppo, ci casca perché vede i loghi ufficiali di aziende importanti e non riesce a capire che sono false. Succede tutto questo soprattutto con le persone anziane.
Spesso e volentieri, I truffatori si presentano anche come dipendenti di Poste o rappresentanti delle forze dell’ordine. E si spacciano come tali, dai quali non è così semplice sfuggire, soprattutto se si è al telefono anche perché si presentano come unici interlocutori e magari tanti di loro spaventano le persone con qualche allarme o qualche controllo che non esiste. E se succede, chiariscono gli esperti, bisognerebbe rivolgersi agli agenti delle forze dell’ordine.