Oggi prende il via una nuova fase, nell’ambito dell’emergenza del coronavirus: secondo l’ultimo DPCM riaprono le librerie, le cartolerie e i negozi di vestiti per neonati e bambini.
Ripartono anche le attività forestali, l’industria del legno e la produzione di computer.
La serrata pressoché totale viene prorogata ancora, da oggi e fino al 3 maggio, compresa la stretta sui rientri dall’estero e sui viaggi di lavoro in Italia, con controlli agli imbarchi e stop ai viaggi per chi ha la febbre.
Non è certo la Fase 2, ma è, almeno, il primo timido passo di un nuovo inizio. Dunque, tra gel disinfettante e mascherine, oggi librerie, cartolerie e negozi d’abbigliamento per l’infanzia riaprono i battenti, con tutte le precauzioni del caso, appunto.
Ma non è così in tutta Italia: non sono poche, le regioni, che con una babele di ordinanze hanno deciso di mantenere le forti restrizioni del lockdown, mentre altre hanno, invece, cominciato ad allentare le maglie dei divieti sulla scia dei dati ormai stabili, se non in lieve calo, dei contagi da coronavirus.
Non è escluso che la prossima settimana possano riaprire i battenti anche altri settori dell’industria, come quello della moda, dell’auto o della metallurgia, anche se il capo della Protezione Civile, Angelo Borrelli, invita alla calma.
“Al momento – ha detto Borrelli, ieri, nella consueta conferenza stampa del tardo pomeriggio – si tratta di ipotesi premature”.
In una Italia ancora blindato anche sul fronte della mobilità, con le limitazioni confermate domenica dal Ministero dei trasporti sul traffico aereo, automobilistico, ferroviario e marittimo, da oggi si tenterà, dunque, la lenta ripresa.
Non sarà così in Lombardia, dove, ancora ieri, si sono registrati 280 morti. L’ordinanza firmata sabato dal governatore Attilio Fontana vieta la riaperture di librerie e cartolerie, anche se consente, invece, quella dei negozi di abbigliamento per l’infanzia.
“In questi ultimi giorni dobbiamo cercare di essere più rigorosi possibile”, ha detto il presidente, che ha disposto anche l’uso di mascherine all’aperto (o comunque l’obbligo di coprire naso e bocca con qualunque indumento) e lo stop ad alberghi e strutture ricettive. Gli studi professionali, poi, potranno aprire solo per servizi indifferibili e urgenti.
Rigore anche da parte del presidente della Regione Campania, Vincenzo De Luca, che ha confermato la chiusura di librerie e cartolerie, limitando l’apertura dei negozi di abbigliamento per i più piccoli a due mattine la settimana, dalle 8 alle 14.
In Campania sarà vietato anche il cibo d’asporto.
Resta lo stop totale in Piemonte “per non vanificare gli sforzi fatti finora”, come ha detto il governatore, Alberto Cirio.
Il Lazio posticipa, invece, al 20 aprile la riapertura delle librerie, per consentire ai proprietari di mettere in sicurezza i locali.
In Emilia Romagna resta la stretta sulle cosiddette zone arancioni, cioè le province di Piacenza, Rimini e sulla città di Medicina.
Leggera riapertura, invece, in Liguria, dove il governatore Giovanni Toti ha firmato l’ordinanza che consente di andare agli orti e ai frutteti, di riprendere i lavori di giardinaggio e di procedere alla manutenzione degli stabilimenti balneari e dei chioschi, in vista dell’imminente, ma quantomai incerta, stagione estiva (misure analoghe a quelle consentite in Abruzzo).
Sì anche ai piccoli lavori di manutenzione edile e alle attività dei cantieri nautici propedeutiche alla consegna, alla manutenzione dei campi di calcio e da golf.
Soft lockdown, invece, in Veneto: La nuova ordinanza del presidente, Luca Zaia, consente di fare attività motoria anche oltre i 200 metri da casa, “ma non si può certo arrivare a 4-5 km, è ovvio, serve buonsenso”, precisa il governatore. Per uscire di casa, però, ci sarà bisogno di mascherina, guanti, e gel, mentre chi ha più di 37.5 di febbre non potrà scendere in strada. Aumentato anche il distanziamento sociale che passa da uno a 2 metri.
Obbligo di mascherine all’aperto in Friuli Venezia Giulia, dove sarà consentito fare attività motoria, ma solo vicino casa.
Sì alla riaperture di librerie e cartolibrerie in Toscana, ma solo se gestori e clienti indosseranno la mascherina.
In Trentino restano chiusi i negozi per l’infanzia e le librerie, mentre potranno riprendere le attività produttive all’aperto e le attività nei cantieri, stradali ed edili. Sui luoghi di lavoro, però, vanno garantiti il termoscan, le mascherine e le distanze minime.
La Sicilia proroga le misure restrittive, con l’obbligo soft delle mascherine, seppur recependo le aperture del nuovo Dpcm.
Restano tutti i limiti agli spostamenti, la chiusura delle scuole, lo stop alle attività produttive non essenziali. E resta la possibilità per le Regioni di emettere ordinanze ancora più restrittive di quelle dello Stato. Ma arrivano singole deroghe e nuove norme per le attività che saranno aperte, con l’obbligo di mascherine per i dipendenti e disinfettanti mani vicino alle casse o anche alle tastiere dei bancomat.