“Se questa è la giornata di lavoro che ci si prospetta da qui in avanti, allora si va verso la chiusura. Da me sono venute il 20% delle persone”.
Non è stata una buona ripartenza per Flavio Zoppi, titolare del bar “Alla tazza d’oro” nel centro di Ancona. Prima del coronavirus il suo era un bar dove caffè, colazioni e pranzi si facevano a raffica.
“Avevamo preparato pochi sandwich e brioche – dice Zoppi -, ma è rimasto quasi tutto qui. C’è ancora paura tra la gente. Il passeggio fuori l’ho visto, ma tirano dritto. Se incontrano qualcuno sullo stesso marciapiede, cambiano strada”.
Al bancone dove solitamente sostavano decine e decine di clienti adesso possono accostarsi solo sette persone alla volta, come indicano dei segni per terra.
“Oggi ho tenuto parte del personale a casa, chiamando solo due baristi – aggiunge -. Speriamo di non dover ridurre ulteriormente”. All’interno sono stati dimezzati i tavolini e messo il plexiglas per le sedute a due posti. C’erano anche proposte per il pranzo “ma non c’è stata richiesta”.
Una realtà, quella denunciata dal titolare del bar, che rispecchia il timore delle persone in genere, all’avvio della Fase 2 dell’emergenza della pandemia.