Il ventunenne di Fermo non sta bene, salta l’udienza per l’estradizione e dice ai suoi legali che non è stato lui a fare del male alla ragazza
Una storia strana, controversa e piena di misteri. E dubbi, tanti anche. Sohaib Teima, il ragazzo ventunenne di Fermo arrestato il 10 aprile a Lione e sospettato dell’omicidio della sua compagna, si sta sgolando nel dire che non è stato lui ad uccidere la donna. Auriane Nathalie Laisne, la ragazza di 22 anni, trovata morta il 5 aprile in una chiesetta diroccata in Valle d’Aosta, è stata con lui, almeno ci sarebbero testimoni che li avrebbero visti insieme, ma lui nega di aver fatto del male alla ragazza.
![Il delitto](https://ascoli.cityrumors.it/wp-content/uploads/2024/04/aosta1200-2.jpg)
Lui Sohaib non sta bene, non la sta prendendo bene, soprattutto per le accuse che sono rivolte nei suoi confronti. Mentre stava andando all’udienza per l’estradizione, si è sentito male proprio mentre usciva dal carcere di Grenoble per andare trasportato davanti alla Corte d’Appello, ma l’udienza non si è potuta svolgere. Secondo quanto stanno riportando alcuni giornali locali francesi, il problema del ragazzo e presunto killer sarebbe un’overdose di antidepressivi.
La polizia sta cercando ma non trova l’arma del delitto
![Il killer](https://ascoli.cityrumors.it/wp-content/uploads/2024/04/sohaib740.jpg)
Nel frattempo, la polizia italiana sta cercando da giorni, ma non riesce a trovare l’arma che ha ucciso la povera ventiduenne francese Auriane Nathalie Laisne, il cui cadavere era stato trovato all’interno della chiesetta tutta diroccata il 5 di aprile. Un bel problema anche perché si potrebbero fare test del dna e tutta una serie di esami che per il momento non possono essere eseguiti.
Sono giorni che i carabinieri e le unità cinofile stanno perlustrando la zona per cercare di venirne a capo, ma ancora non è stato trovato nulla che possa essere collegato a quanto accaduto alla povera ragazza francese. Non è facile trovare l’arma ma anche qualsiasi collegamento al delitto anche per via della vegetazione e del fatto che cercare tra i boschi non è mai facile. Le operazioni dei carabinieri e della polizia si sono concentrate tra la vegetazione e i ruderi del villaggio dell’Equilivaz, disabitato dopo una frana caduta nel 1879. Le ricerche non sono finite qui