Riprende in un video qualcosa che non poteva riprendere. Un uomo finisce nei guai: “Ma alla tv si vedono sempre”
In un’epoca in cui la tecnologia consente di immortalare ogni istante della nostra vita, un episodio avvenuto in Italia solleva questioni etiche e legali sulla privacy e sull’uso dei social media. Un uomo di 69 anni si trova al centro di una controversia legale per aver filmato e diffuso su internet le immagini di alcuni ragazzi feriti in seguito a un incidente stradale.
Il 3 luglio 2023, lungo la superstrada Ascoli-Mare, si è verificato un grave incidente che ha coinvolto un camion e un’auto con a bordo quattro giovani dell’Umbria. Tra i feriti, una ragazza ha riportato lesioni gravi tanto da necessitare il trasporto in eliambulanza al Trauma Center dell’ospedale Torrette di Ancona. Le immagini dei giovani doloranti sono state catturate dall’uomo ascolano attraverso il suo smartphone.
Nonostante l’intento dichiarato fosse quello di sensibilizzare sull’importanza della sicurezza stradale, la pubblicazione del video sul canale YouTube dell’uomo ha suscitato indignazione e preoccupazione. La Procura di Ascoli ha aperto un fascicolo per violazione della privacy nei confronti del 69enne, mentre le vittime dell’incidente hanno deciso di costituirsi parte civile nel processo.
L’avvocato Alessandro Angelozzi, difensore dell’imputato, ha richiesto il rito abbreviato all’inizio del processo. Questa mossa potrebbe comportare uno sconto di pena qualora l’uomo venisse trovato colpevole. Il legale sostiene che l’accaduto debba essere interpretato alla luce della costante esposizione mediatica degli incidenti stradali e argomenta che la pubblicazione dei video avrebbe potuto avere effetti deterrenziali sulla percezione del rischio da parte degli automobilisti.
La decisione dell’uomo ascolano di filmare gli istanti successivi all’incidente e soprattutto la scelta di condividere tali immagini su una piattaforma accessibile come YouTube hanno sollevato interrogativi sul confine tra informazione e voyeurismo. L’avvocato Sabrina Furone, rappresentante delle vittime, insieme alla Procura evidenziano come tale comportamento abbia violato la privacy degli individui coinvolti nell’incidente.
Questo caso mette in evidenza le complesse dinamiche tra diritto alla privacy, uso responsabile dei social media e libertà d’espressione nella società contemporanea. Mentre procedono le indagini legali per fare chiarezza sulla vicenda giudiziaria legata all’accusa di violazione della privacy rivolta al 69enne ascolano, rimane aperto il dibattito sui limiti etici della condivisione online delle esperienze altrui senza consenso esplicito.