Dopo una battaglia andata avanti diverso tempo e che ha fatto parlare parecchio è arrivata la decisione del giudice che lascia a bocca aperta
Una guerra legale che si è decisa con una decisione a sorpresa. Inaspettata per tanti, anche perché sembrava una storia già scritta e ben delineata. Da una parte c’è una badante, una signora che ha seguito per anni un anziano che non c’è più, dall’altra la famiglia dell’anziano che da sempre accusa la donna di circonvenzione d’incapace.
La materia del contendere, e non potrebbe essere altrimenti, il testamento che l’uomo anziano ha modificato a vantaggio della badante. Apriti cielo. E da qui è partita una battaglia legale che ha avuto il suo epilogo, con il testamento che, secondo il giudice, è valido a tutti gli effetti, anche se lo stesso magistrato ha deciso anche un’altra cosa a vantaggio della famiglia. Ma cosa pè successo?
Una storia che ha fatto parlare parecchio, con la badante che, alla fine, avrà l’appartamento che gli aveva lasciato l’anziano signore, lo stesso posto che i due hanno condiviso per anni e dove lei si è presa cura di lui in tutti i sensi. Storie che si ripetono, ma il giudice sembra aver dato credito e fiducia alla storia della signora di nazionalità ucraina. La sentenza parla di una donna ucraina di 76 anni che era stata accusata di circonvenzione di incapace e appropriazione indebita da parte della famiglia dell’anziano di cui lei si era occupata.
I fatti partono dal 2014 e vanno avanti fino al 2020, quando l’uomo è morto. Il problema è nato perché all’apertura del testamento la famiglia è venuto a conoscenza che il loro caro aveva lasciato l’intero appartamento alla donna e da qui è scattata la denuncia. Secondo l’accusa la badante avrebbe fatto in modo di far scrivere o addirittura dettato un testamento olografo dove si lasciava l’intera proprietà dal valore di circa 140 mila euro in eredità alla signora. E secondo la famiglia, tutto questo, approfittando dello stato di infermità dell’uomo. Questo è quello che hanno sempre sostenuto i futuri eredi legittimi che non sono stati considerati.
L’uomo era considerato “invalido ultrasessantacinquenne con necessità di assistenza continua e non in grado di compiere atti quotidiani della vita“. E per questo necessitava di un’assistenza domiciliare socio sanitaria. A parte il testamento, la donna avrebbe usato in modo illecito il bancomat dell’uomo che accudiva tanto che si sarebbe appropriata indebitamente di ingenti somme di denaro che sono state prelevate direttamente dal conto corrente intestato all’anziano, ma su questo non ci sarebbe stata alcuna procura per poterlo fare.
L’anziano intestava assegni bancari alla donna, tanto che dal 2012 al 2020 si stima che la somma che sarebbe andata alla donna ucraina è di circa 180 mila euro comprese le retribuzioni legittime. Denaro che non avrebbe alcuna giustificazione.
Il giudice alla fine ha dato ragione alla signora sul testamento e sulla legittimità legata all’appartamento, ma ha condannato la donna all’uso illegittimo del bancomat perché non aveva alcuna procura per poter operare in questo senso.
La famiglia su questo ha spinto molto anche se la difesa della badante dice la malattia dell’anziano era sì invalidante dal punto di vista fisico ma non ne precludeva la possibilità d’intendere e di volere. L’accusa aveva chiesto 2 anni e 2 mesi di reclusione, ma alla fine il giudice ha assolto la donna per la querelle legata al testamento, ma ha condannato la donna per l’uso non legittimo del bancomat dell’anziano.