Una scena di cui se ne vedono tante, con una povera donna in uniforme insultata e offesa, pensare che tutto nasce da una multa di meno di 30 euro
Da una cosa piccola a diventare grande anzi super grande. Come la multa che ha preso un ascolano che, dopo vari insulti e offese, si è beccato una denuncia e un processo per aver offeso una vigilessa, una signora e soprattutto, in questo caso, un pubblico ufficiale. Dopo aver perso in primo grado, anche in appello l’uomo che ha offeso la vigilessa ha avuto torto perché è stato pesante nei confronti di una donna e di un pubblico ufficiale, usando parole diffamanti e pesanti.
Ora i 29 euro che si era preso per la sosta selvaggia della macchia, sono diventati 250 euro di multa inflittagli in primo grado, dovrà dare un risarcimento alla vigilessa di 500 euro, più pagare le spese legali che, tra i due gradi di giudizio, arrivano bene o male a più di 4.000 euro. E, da non dimenticare, tutto nasce per una sanzione amministrativa di 29,40 euro euro che l’uomo, in quella circostanza, nemmeno ha contestato, più che altro perché, a suo dire pagare una marca da bollo da 38 euro per fare ricorso al Prefetto, è una cosa spropositata. E forse, è fatto apposta per scoraggiare i ricorsi.
Una litigata che è costata carissima, da 29 euro a quasi 5000
Da considerare che la macchina era davvero parcheggiata in modo orrendo, anche perché poteva dare intralcio e la sanzione, per come era stata parcheggiata la vettira era comunque incontestabile, ma non per l’uomo che ha cominciato a insultarla ma non per strada, bensì tramite una lettera che ha inviato al comando della polizia municipale di Ascoli. In questa lettera c’erano insulti e offese, tanto che la donna ha deciso di rivolgersi a un legale per denunciarlo per diffamazione. E l’uomo ha perso due volte davanti a un giudice.
Era il giorno prima di Pasqua, e quella sanzione sulla macchina ha spinto l’uomo di Ascoli a scrivere una lettera da inviare al comando della polizia municipale, al comando generale. L’uomo non ha nascosto la sua personale “indignazione alla zelantissima persona (indicata col numero di matricola ndr) che mi ha fatto la multa per presunto divieto di sosta. Presunto in quanto la mia auto, con regolare esposizione del tagliando ‘residente’, sostava in uno spazio morto, tra un passo carrabile e l’inizio del tracciato di sosta per i motocicli“. la lettera è andato un po’ oltre al normale linguaggio e si è beccato una denuncia e due processi, entrambi persi.