Nessuno se l’aspettava, tanto che all’interno della casa circondariale non hanno potuto fare nulla e vedere quanto accadeva
Nessuno si aspettava di vedere ciò che è successo, ma per il detenuto si è trattata di una protesta a cui non poteva fare a meno, ma si è messo in difficoltà lui e ha creato più di qualche apprensione alla polizia penitenziaria.
Quanto è accaduto alla casa circondariale di Ascoli ha lasciato tutti spiazzati e a bocca aperta perché nessuno si aspettava di assistere a quello che è stato un episodio clamoroso. E’ accaduto tutto all’improvviso e nessuno ha potuto farci granché, se non assistere a qurllo che stavano vedendo.
Ma quanto è successo al carcere di Ascoli, Marino del Tronto, ha dell’incredibile, anche perché con una facilità disarmante e senza che nessuno potesse intervenire, un detenuto con fin troppa semplicità si è arrampicato sul tetto della casa circondariale e lì è rimasto due ore senza che nessuno potesse intervenire o fare qualcosa per farlo desistere.
Una situazione di cui sono venuti a conoscenza solo da poco tempo e grazie a una denuncia portata avanti dal Sappe, il Sindacato Autonomo di Polizia Penitenziaria, che in questi ultimi anni, ma soprattutto negli ultimi mesi l’attività si è intensificata perché non fa che sollecitare urgenti provvedimenti per quello che sta accadendo da tempo all’interno del carcere, ma anche e soprattutto per l’aumento del personale.
Il problema è che situazioni così particolari al carcere di Ascoli capitano un po’ troppo spesso e si cerca di far capire che la situazione è più difficile di quello che si pensa. Praticamente un detenuto si è arrampicato sul tetto del carcere per protesta, anche perché da qualche giorno era stato trasferito ad Ascoli direttamente da Ferrara e per motivi di sicurezza. Lui non l’ha presa bene e ha pensato di attuare questa clamorosa protesta.
Il detenuto è riuscito non si sa come ad arrampicarsi sul tetto e ci è rimasto per quasi due ore, con il personale della Polizia Penitenziaria che ha cercato di parlare con lui e soprattutto nel tentativo di evitare che ci fossero conseguenze pericolose. C’è stato un lavoro paziente e soprattutto psicologico per far calmare l’uomo che, dopo diverso tempo, alla fine si è convinto ed è sceso dal tetto da dove era per protesta.
C’è stata una trattativa tra le forze dell’ordine e l’uomo che alla fine esausto è sceso dal tetto. “Se non si trovano rapide soluzioni all’andamento della violenza che sta caratterizzando questo periodo storico all’interno delle carceri e che non trova eguali negli ultimi 20 anni – scrive in una nota il segretario generale del Sappe Donato Capece -, finirà che a dover garantire la sicurezza e legalità all’interno degli Istituti Penitenziaria dovrà essere chiamato l’Esercito“.