Due aziende di call center sono finite nel mirino delle Fiamme Gialle dopo che hanno scoperto una grossa evasione
Una grande operazione da parte della Guardia di Finanza di Civitanova Marche che ha scoperto una maxi-evasione da parte di due grosse aziende che operano nel settore dei call-center. Indagini che sono state condotte da mesi e che alla fine hanno permesso di scoprire che queste due aziende avevano evaso utilizzando “in compensazione, per l’abbattimento delle imposte dovute, crediti d’imposta per oltre 1,3 milioni di euro“, che hanno poi dato la possibilità di contenere costi per una valore di circa, spiega la nota della Guardia di Finanza, “3 milioni di euro relativi ad attività di ricerca e sviluppo e connessi perlopiù a spese di formazione della forza lavoro”.
Un lavoro non facile da portare a termine, anche perché l’analisi della documentazione contabile che è stata prelevata direttamente dagli uffici delle due aziende, ma anche dalle dichiarazioni rilasciate dal personale dipendente di tutte e due le imprese di call center, ha dato la possibilità alla Guardia di Finanza di verificare che non c’era stata alcuna attività di formazione per il personale che doveva lavorare e questo è grave anche perché, grazie a quel tipo di formazione, c’erano degli sconti con il Fisco, tanto è vero che i crediti di cui vantavano queste società non erano regolari.
Denunciate cinque persone ed evasi quasi 3 milioni di euro
Alla fine delle indagini sono state denunciate cinque persone per i seguenti reati: emissione di fatture per operazioni inesistenti e di indebita compensazione di crediti d’imposta inesistenti. E tale documentazione era stata consentita anche alla vidimazione di alcuni professionisti. L’indagine si è conclusa con la Finanza che ha verificato che alla fine sono stati evasi 3 milioni di euro da queste due imprese che si occupano di call-center.
E’ stato così deciso il “sequestro preventivo finalizzato alla confisca”, per un valore pari ad oltre 2,9 milioni di euro, ma anche alle quote di proprietà degli indagati che ammontano a ben 26 immobili per un valore complessivo di circa 300 mila euro, senza tener conto che sono state anche sequestrate le disponibilità finanziarie di queste persone che ammontano a circa 220 mila euro, ma anche, ed è qui che la cosa si è fatta ancora più curiosa, l’apertura e il sequestro di una cassetta di sicurezza, con 21 oggetti d’oro tra cui collane, bracciali, orecchini e collier.