In tante aziende ospedaliere si sta tentando di trovare delle soluzioni per alleviare la disarmante lista d’attesa dei pazienti
La situazione dei Pronto Soccorso in Italia non è sicuramente tra le più floride e le più funzionali a livello europeo. Ci sono alcuni ospedali che vanno sicuramente più veloci e altri decisamente meno.
Una situazione normale, ma ci sono alcuni di questi posti che cerca in qualche modo di ovviare al problema, tentando di farsi venire delle idee, anche per non creare episodi e vicende spiacevoli, anche perché attendere per ore il proprio turno quando si sta male, non è proprio una cosa bellissima.
Ed è anche per questo che ci sono persone che, spesso e volentieri, si innervosiscono e fanno valere le proprie ragioni andando in escandescenza, mettendo pressioni e anche paura ai medici e agli infermieri, creando disagi e, in più di qualche caso, diventando dei fatti di cronaca con il personale ospedaliero che viene minacciato e aggredito.
Non è semplice trovare soluzioni per risolvere i problemi che si vengono a creare all’interno di un pronto soccorso, anche perché le persone da visitare sono tante e i medici e gli infermieri sono pochi, ma in tutta Italia. Una delle soluzioni sarebbe quella di avere più medici e più infermieri, ma anche delle strutture nuove e che possono offrire alla gente comfort e il giusto relax nell’attesa della visita.
All’ospedale Mazzoni si è tentato di fare una sorta di piccolo esperimenti, inserendo la musica, un modo per rendere più dolce l’attesa delle persone che sono lì per farsi curare ma non è proprio così che è andata. Non che abbia peggiorato le cose, anche perché l’attesa di ore e ore è sempre la stessa prima e dopo l’inserimento della musica, ma almeno il tentativo va apprezzato e considerato, come un modo di poter migliorare lo stato delle cose.
Un’intera giornata passata al pronto soccorso Mazzoni. “Il personale è stremato e lavora solo per la pagnotta, anche perché non ci sono obiettivi e così non vedi l’ora di tornare a casa“, dice una persona al Resto del Carlino che lavora internamente e poi aggiunge con amarezza: “Una volta lavoravi col sorriso, ma non è più così“.
Da questo piccolo esperimento qualcosa si è tentato di fare, ma pare che la gente non abbia apprezzato più tanto, anche perché in tanti la musica non l’hanno proprio ascoltata anzi qualcuno ha tentato di farla anche togliere. Ma il Mazzoni non sarà il primo nè l’ultimo a tentare di fare qualcosa per rendere l’ospedale più vivibile e più vicino alle persone. E’ quello che desiderano le persone che lavorano e che sono a contatto con i pazienti.