Omicidi, il luminol ha cambiato l’analisi della scena del crimine: ecco come funziona davvero

Questo metodo ha dato una svolta definitiva al modo di esaminare una scena del crimine: ecco in cosa consiste 

Uno dei problemi maggiori che gli investigatori avevano secoli addietro quando si verificavano casi di omicidio, era certamente quello di trovare tracce di sangue, che l’assassino provvedeva a ripulire.

Scena del crimine: a cosa serve il luminol
Scena del crimine: a cosa serve il luminol -ascoli.cityrumors.it

Per non essere scoperti, i malviventi ripulivano, chiaramente, la scena del delitto, e ovviamente le indagini si complicavano inesorabilmente per gli inquirenti.

Quando si tratta di un caso di omicidio, tutte le prove che si possono trovare sono importanti per inchiodare l’assassino, e risolvere il caso.

Sono i dettagli, infatti, a fare la differenza: l’arma del delitto, tracce di sangue, abiti sporchi di sangue o impronte, tutti elementi che possono aiutare a decodificare l’enigma.

Non è semplice, ma più indizi si trovano, più è possibile, per gli investigatori, avere elementi per risolvere il caso. Spesso, infatti, non si trovano abbastanza indizi per poter anche solo aprire una pista, ecco perché ad oggi, c’è un’arma in più dalla parte della giustizia, ed è il luminol.

Ma di che cosa si tratta esattamente e come funziona? Scopriamolo insieme.

Luminol: in cosa consiste “l’arma” numero uno contro i criminali

Negli ultimi anni, gli investigatori hanno potuto servirsi di un’arma in più per scovare tracce di sangue: il luminol.

Scena del crimine: come funziona il luminol-
Scena del crimine: come funziona il luminol-ascoli.citynews.it

Si tratta di un composto chimico che la polizia scientifica usa per poter rilevare tracce di sangue. E non importa quanto l’assassino si sia impegnato per lavare e ripulire tutto facendo sparire le prove, perché è sufficiente uno spruzzo di questa sostanza per rilevare tracce di sangue, anche se vecchie di anni.

Eppure, la scoperta di tale sostanza ha quasi un secolo, tant’è che nel 1928, il chimico tedesco H.O. Albrecht, fu il primo a scoprire l’accostamento sangue-luminolo, facendo partire la suddetta reazione chimica.

Negli anni a venire, poi, fu usato un procedimenti utile che somiglia a quello che gli inquirenti usano ad oggi. Il luminol è una polverina che va mixata con una soluzione di idrossido e perossido di idrigeno. Messo in uno spruzzino, il composto si spruzza nelle zona in cui si ipotizza che l’assassino abbia potuto ripulire le tracce.

Se è così, infatti, il ferro delle tracce rimaste in un determinato luogo, avrà una reazione chimica con il luminol e così farà emergere le eventuali tracce di sangue.

È incredibile come possano emergere tracce di sangue anche di decenni di distanza da un omicidio. Tra l’altro, il luminol non altera il DNA della traccia, in modo che si possa capire chi è la vittima.

L’unica pecca è che possono occorrere falsi negativi, in particolare se ci sono metalli, candeggina o perossidasi vegetali, che possono falsare il risultato, causando la luminescenza. Quel che è certo è che se del sangue è stato ripulito da una determinata superficie, riemergerà spruzzando un po’ di luminol.

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