“Ti sgozzo, non sei nessuno…”, queste le intimidazioni che hanno subito i due agenti della penitenziaria che dopo hanno anche preso le botte
Botte e minacce all’interno di un carcere. Una vicenda grave e inaudita, anche perché accaduta all’interno di una casa circondariale e a farne le spese sono state due guardie carcerarie. Era in corso una sorveglianza all’interno del carcere stesso di Montacuto, quando all’improvviso, e forse non proprio a caso, due detenuti hanno cominciato a discutere tra loro e poi le guardie si sarebbero messe in mezzo per calmare la situazione. E poi è successo il problema con i toni che si sarebbero accesi in pochi istanti.
Tutto sarebbe nato per motivi davvero leggeri e forse non è stato un caso proprio per questo, anche se il problema è che tutto sarebbe degenerato in pochi secondo, con una vera e propria aggressione da parte dei due detenuti che se la sono presa con le due guardie del penitenziario. Lì per lì i due agenti hanno invitato i due detenuti a darsi una calmata, ma questo atteggiamento invece di calmarli li avrebbe fatti innervosire ancora di più.
Nonostante gli agenti abbiano consigliato più volte i due uomini a farla finita, questi due hanno proseguito fino a quando non è partita l’aggressione vera e propria, con calci, pugni, minacce e offese, con gli altri agenti del carcere che sono dovuti intervenire per fermare tutto, ma i due agenti sarebbero risultati malconci e feriti. “Ti ammazzo, tu non sei nessuno“, una delle frasi urlate da uno dei due uomini, con l’altro che cercava di afferrare uno degli agenti per cercare di rifilargli altri cazzotti. Alla fine di tutto, non contenti, i due uomini continuavano a minacciare, tanto che uno dei detenuti avrebbe urlato “quando ti incontro di sgozzo, per me sei finito“.
A combinare questa confusione all’interno del penitenziario, un tunisino di 29 anni e un algerino di 46 anni, che sono all’interno della casa circondariale per scontare una condanna. Alla fine sono finiti tutti e due davanti al giudice Alessandra Alessandroni con l’accusa di resistenza a pubblico ufficiale e lesioni aggravate in concorso. I detenuti, che sono finiti sotto processo, rischiano di veder allungata la loro permanenza all’interno del carcere per molti anni ancora.