Souvenir delle vacanze al mare? NON comprare mai questi

Quando si va in vacanza, si cercano sempre souvenir particolari. Ma attenzione a cosa si acquista: ci sono oggetti assolutamente vietati.

Chi è in vacanza, prima di tornare a casa, cerca dei souvenir da portare ad amici e parenti, un simbolo di quel posto in cui ha trascorso il periodo estivo. C’è chi opta per cartoline, chi invece per calamite in cui vengono raffigurati degli scorci paesaggistici. Ci sono però dei souvenir i quali sono assolutamente vietati e che non devono essere acquistati, in quanto nascono a seguito di pratiche crudeli e poco rispettose dell’ambiente.

Cosa non acquistare quando si va in vacanza
I souvenir vietati- ascoli.cityrumors.it

All’interno dei negozi di arredo, maggiormente durante la stagione estiva, alcuni dei souvenir più diffusi sono proprio quelli che provengono dal mondo marino. Si tratta di souvenir tipici di località marittime che, ogni qualvolta vengono proposti al pubblico, vanno decisamente a ruba.

Nonostante ciò, è bene sapere che si tratta di prodotti che vengono realizzati facendo del male agli esseri viventi, rischiando addirittura di mettere in pericolo l’ecosistema di alcuni macro aree marine.

Accensione souvenir che si acquistano in vacanza

A differenza di ciò che si crede, le conchiglie che troviamo in vendita nei negozi di souvenir non vengono raccolte in spiaggia ma subiscono un processo di produzione molto crudele.

Cosa non acquistare quando si va in vacanza
Quali souvenir non acquistare mai – ascoli.cityrumors.it

Questo è un argomento su cui un ricercatore e promotore della Ri-Fraiming Sustainability in Livelihood, Amey Bansod, ha incentrato i suoi studi. Nel 2014 ha scoperto che dietro il lavoro dell’Artigiano di conchiglia c’è in realtà un’industria i cui metodi di produzione si possono definire spietati.

Ogni fabbrica tratta tra le 30 e le 100 tonnellate di conchiglie nell’arco di un mese, le quali vengono prese illegalmente dei fondi marini. Nonostante molte di loro arrivino in fabbrica ancora vive, queste conchiglie vengono immerse all’interno di serbatoi pieni di acido in modo tale che i molluschi muoiano.

In seguito, le conchiglie vengono raschiate e levigate a mano e poi immerse all’interno dell’olio, così da ottenere una finitura lucida. I gusci vengono quindi venduti da artigiani locali oppure esportati all’estero. Ma oltre alle conchiglie, subiscono la stessa sorte anche i pesci e le stelle marine che vengono essiccati.

Poche sono le specie che godono della protezione della Convenzione sul Commercio Internazionale in quanto minacciate dall’estinzione. Nonostante la conchiglia Regina sia una specie protetta, non è facile tenere sotto controllo tale fenomeno anche perché la maggior parte delle vendite viene portato a termine sul web.

La regolamentazione di tale commercio è di vitale importanza in quanto si rischia il collasso di interi ecosistemi. Sappiamo infatti che quelle conchiglie ricoprono un ruolo importante, come il dare ancoraggio alle alghe, essere fonte di cibo per altri animali e filtrare l’alimentazione dei cirripedi, tanto da rappresentare eccellenti indicatori della salute di un ecosistema.

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