ASCOLI PICENO, Storia di una nomade che aveva 28 anni, quando venne in Italia e già sulla spalle aveva quattro figli e almeno sei aborti, forse sette, eseguiti nella sua patria, la Romania.
Quando la donna si trasferì ad Ascoli Piceno, il numero di aborti a cui si sottopose arrivarono complessivamente a 12.
“A quel punto abbiamo chiesto l’autorizzazione per poterle mettere gratuitamente la spirale e per parecchi anni non l’abbiamo più vista”.
A raccontare la storia di questa donna nomade è Tiziana Antonucci, vice presidente del consultorio Aied di Ascoli Piceno, in convenzione con l’ospedale locale per la legge 194.
“Un giorno mi telefonò questa donna – ricorda – e subito pensai che fosse nuovamente incinta, invece voleva prendere un appuntamento per la figlia 18enne, che da un mese si era fidanzata.
La madre voleva farle mettere la spirale. Non voglio, mi disse, che ripeta quello che ho fatto io. Questa storia dimostra che non è il proibizionismo, rappresentato anche dalle parole di Salvini, ma solo l’accoglienza in grado di ridurre il danno”.