Una scia infinita di formiche dominava il litorale italiano questa mattina, due esperti avrebbero individuato il motivo della strage
Questa mattina, al suo risveglio, Pesaro si è imbattuta in un fenomeno a dir poco particolare. Lungo il litorale su cui si affaccia la città marchigiana, si imponeva sulla sabbia una lunghissima striscia di formiche senza vita. A fare questa scoperta sono stati Roberto Malini, scrittore, attivista ambientale e appassionato di discipline naturalistiche, insieme all’artista e attivista Fabio Patronelli, durante una passeggiata. La coppia si è imbattuta in una scia nera che ha subito attirato la loro attenzione. La rilevanza biologica di questo fenomeno si mette in evidenza da sola. I due hanno osservato anche come tra i resti di quei malcapitati insetti vi fossero formi di ogni specie.
Da quelle operaie, fino a quelle alate, tutte hanno condiviso il medesimo letto di morte per una ragione che, a primo impatto e senza approfondimenti, sembra non trovare spiegazioni. Malini e Patronelli hanno provato a portare avanti delle ipotesi. Tra queste una combinazione di alcun fattori: da un lato il maltempo che ha colpito tutta Italia e che ha portato precipitazioni e, quindi, un cambio repentino della temperatura; dall’altro un possibile avvicinamento tardivo delle formiche alate al loro appuntamento nuziale, quando va in scena il meraviglioso spettacolo della riproduzione.
L’estate che abbiamo vissuto è stata particolarmente calda e umida. Nel giro di pochi giorni, nel mese di settembre, tutto è cambiato rapidamente. Le nuvole hanno oscurato il cielo e gettato acqua sulla terra, stravolgendo il clima e portando a un drastico abbassamento delle temperature. Un cambio fin troppo rapido che hanno accusato gli esseri umani e soprattutto quelli animali. Malini spiega quindi che: “I fenomeni alluvionali che hanno travolto le colline e i boschi della zona. hanno verosimilmente spazzato via enormi formicai, spingendo milioni di formiche verso i fiumi, che le hanno poi trascinate fino al mare”.
Da lì, la spiegazione dei corpi di formiche lungo la battigia, trasportate dalle onde dopo esser finite nel fiume. Patronelli ci tiene ad aggiungere che: “È un’immagine che colpisce, non solo per la sua vastità, ma anche per il messaggio implicito legato ai mutati equilibri naturali dovuti al cambiamento climatico”. A questo si aggiunge il problema del volo nuziale delle formiche alate, solitamente previsto per la primavera. L’instabilità del clima, però, ha portato a un ritardo di questo appuntamento annuale, causando così la morte di molte formiche di questa specie. Un’immagine anche drammatica che evidenzia il problema legato a un cambiamento climatico di cui siamo principali artefici.