Le parole del commissario Castelli, che fa il punto sulla ricostruzione post terremoto nelle Marche a sette anni dall’evento catastrofico.
Sono parole di speranza quelle dell’ex sindaco di Ascoli e attuale senatore Guido Castelli che esprime il suo auspicio di vedere al più presto le persone che hanno perso la casa di residenza e che ancora sono sfollate, poter prendere possesso di una vera e propria casa. Sono oltre 14 mila i nuclei familiari che ancora occupano le casette Sae, Cas e Mapre.
La ricostruzione ha subito rallentamenti, in questi anni, anche a causa della pandemia di Covid-19 e del caro inflazione degli ultimi mesi, due importanti circostanze che di certo hanno contribuito ad una sospensione dei lavori e dei progetti di rinascita di tutto il territorio interessato dal terremoto.
A che punto sono i lavori di ricostruzione delle zone colpite dal terremoto del 2016
La priorità, secondo Castelli, è di dare un tetto a chi ancora vive nelle casette dopo il terremoto del 2016. Anche se sono state svolte diverse opere, l’inflazione degli ultimi mesi ha portato ad un aumento dei prezzi per quanto riguarda i costi. Le stime dei costi della ricostruzione, al momento pesano per il 30-40% rispetto ai preventivi di 7 anni fa.
“Però ci sono segni forti di ripresa”, dichiara Castelli in una intervista rilasciata a Flavio Nardini sulle pagine de Il Resto del Carlino. Soprattutto viste le misure varate nel Decreto Ricostruzione di inizio anno con le quali si spera di sblocco le procedure di ricostruzione.
In particolare, nelle zone del cratere si è prorogato il superbonus del 110% fino al 2025. Le aziende potranno beneficiare dell’anticipazione Iva, il personale a tempo determinato impiegato nella ricostruzione è stato ulteriormente stabilizzato e si pensa ad un protocollo con il Ministero della Cultura per risolvere il problema delle carenze di organico delle Soprintendenze, che porta lungaggini nelle procedure burocratiche.
Per ripartire e dare nuova vita e speranza alle popolazioni interessate dal terremoto, Castelli pensa che serva soprattutto una visione strategia più ampia e un lavoro di coordinamento che riesca a mettere in connessione tra di loro diverse tematiche considerate fondamentali.
Temi fondamentali come la sicurezza, i servizi, l’economia. E poi ancora la sostenibilità, l’energia, lo sviluppo dei territori. E non ultimi l’arte, la cultura e lo sport.
“La tragedia del 2016 ha colpito aree già toccate in modo severo dalla crisi economica e produttiva. I territori del cratere soffrivano già da lungo tempo di un progressivo processo di spopolamento, di una crisi economica e occupazionale allarmante e di una accentuata carenza di infrastrutturazione: sia fisica sia digitale”, ha precisato. Occorre dunque ripartire da tutto questo per dare nuove prospettive alle Marche.