Aggressione al carcere di Ascoli Piceno: un detenuto ha ferito alcuni agenti penitenziari. Cosa è successo, le ultime notizie.
Ancora un episodio di violenza nel carcere di Ascoli Piceno. Un detenuto con problemi psichiatrici ha aggredito e ferito gravemente alcuni agenti di polizia penitenziaria. Il fatto è avvenuto nel pomeriggio di sabato 29 marzo. I sindacati denunciano la gravità dell’accaduto.
Il detenuto era arrivato nel carcere di Ascoli da meno di una settimana, proveniente da Parma, e era ristretto nella sezione A.T.S.M. (articolazione salute mentale del penitenziario). Già negli altri istituti dove era stato costretto, l’uomo aveva commesso violente aggressioni sia nei confronti di altri detenuti sia nei confronti degli agenti. Nel carcere di Velletri aveva ucciso a calci e pugni un detenuto che era in cella con lui.
L’aggressione nel carcere di Ascoli è avvenuta mentre il detenuto veniva accompagnato nei locali passeggi. Durante il tragitto, l’uomo si era fermato, chiedendo assistenza medica.
Gli agenti della polizia penitenziaria che stavano accompagnando il detenuto, un uomo di particolare prestanza fisica e pugile, lo hanno invitato a proseguire e raggiungere i passeggi e che poi si sarebbe risolto tutto. A quel punto, però, il detenuto ha dato in escandescenze e ha aggredito con brutale violenza i due agenti che erano con lui. Ha sferrato dei pugni al volto di entrambi, causando a un agente la frattura del setto nasale e all’altro la perdita di tre denti.
Un fatto gravissimo, commesso da un soggetto già noto per la sua pericolosità, in merito al quale i sindacati della polizia penitenziaria hanno denunciato le condizioni di scarsa sicurezza in cui gli agenti si trovano a lavorare.
“Ascoli sta vivendo un momento di alta tensione per la presenza di soggetti psichiatrici e che mettono a repentaglio la sicurezza della struttura. L’aggressore ha ancora dieci anni di Rems”, ha dichiarato il Sindacato Autonomo Polizia Penitenziaria (SAPPE), che denuncia la “scelta folle e sconsiderata di chiudere gli Ospedali Psichiatrici Giudiziari”.
Donato Capece, segretario generale del Sindacato, ha sottolineato che “il SAPPE denuncia da tempo che le carceri sono diventate un colabrodo per le precise responsabilità di ha creduto, nel passato, che allargare a dismisura le maglie del trattamento a discapito della sicurezza interna ed in danno delle donne e degli uomini della Polizia Penitenziaria. Sono decenni che chiediamo l’espulsione dei detenuti stranieri, un terzo degli attuali presenti in Italia, per fare scontare loro, nelle loro carceri, le pene come anche prevedere la riapertura degli Ospedali Psichiatrici Giudiziari dove mettere i detenuti con problemi psichiatrici, sempre più numerosi, oggi presenti nel circuito detentivo ordinari”.
Una situazione allarmante, in cui “gli uomini e le donne della Polizia Penitenziaria garantiscono ordine e sicurezza pur a fronte di condizioni di lavoro particolarmente stressanti e gravose”, ha rimarcato Capece.
Pochi giorni fa, nel carcere di Ascoli era scoppiata una rissa tra detenuti.