Pesanti le accuse che hanno portato due ascolani, un avvocato e un commerciante, a essere arrestati ieri mattina dagli agenti della Guardia di finanza della cittadina marchigiana
Importante operazione delle Fiamme Gialle che hanno stroncato un giro di frodi, falsi accordi su compravendite di terreni e immobili. Sei sono infatti gli indagati dalla Guardia di Finanza per truffa, riciclaggio e falso materiale. Tra questi anche due cittadini di Ascoli Piceno, un avvocato di 48 anni, sospeso dall’Ordine, e un imprenditore di 61 anni, che sono finiti in manette dietro le sbarre. Gli altri quattro restano indagati a piede libero.
Truffa, riciclaggio e falso materiale. Reiterazione dell’inganno di una coppia di suoi clienti attraverso la presentazione di un falso accordo transattivo e altre frodi legate a immobili e terreni, oltre ad aver utilizzato anche falsi provvedimenti giudiziari per convincere i clienti a versare denaro e onorari per diverse migliaia di euro. Queste le pesanti accuse contestate alle sei persone finite indagate perché al centro dell’inchiesta portata avanti dalla Procura di Ascoli Piceno su una serie di presunte truffe messe in atto ai danni di persone che chiedevano assistenza legale per risolvere alcune controversie civili, per un importo complessivo che si aggirerebbe sui 200mila euro. Di queste sei persone indagate, un avvocato e un imprenditore sono finiti in carcere per il pericolo di inquinamento delle prove per un periodo di trenta giorni. In particolare, l’avvocato avrebbe orchestrato operazioni fraudolente, ingannando i suoi clienti con falsi accordi transattivi e altre frodi legate a immobili e terreni.
L’inchiesta, portata avanti dal procuratore generale Umberto Monti, ha preso il via a seguito della denuncia di alcune persone che si ritenevano truffate dal proprio difensore nell’ambito di alcuni procedimenti civili. Le vittime avevano riferito agli inquirenti di aver firmato accordi transattivi con le controparti che sarebbero però poi risultati falsi e che, sulla base di provvedimenti, ritenuti anch’essi falsi, emessi dai tribunali di Ascoli, Fermo e Teramo, avevano effettuato dei pagamenti di ingenti somme di denaro che, invece di essere destinate ai loro creditori, sarebbero state incassate da altri soggetti. Con l’avvocato agivano altre persone, fra cui un imprenditore di 61 anni che, per facilitare la truffa, creava società fittizie che avevano un nome quasi identico alle società realmente creditrici e controparti nel procedimento civile. I casi di truffa accertati e per cui sono sono stati indagati gli inquisiti sono sette, per un totale di 200 mila euro.