Truffe nel calcio, ad Ascoli i talent scout vanno a processo

Gli ultimi sviluppi sulla truffa del finto provino all’Ascoli Calcio: i presunti responsabili davanti al giudice. Cosa bisogna sapere.

Soldi in cambio di un provino all’Ascoli Calcio che poi non c’è mai stato e con la squadra bianconera completamente estranea alla vicenda. I truffatori sono comparsi davanti al giudice per rispondere delle loro azioni.

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Truffe nel calcio, ad Ascoli i talent scout vanno a processo – Ascoli.cityrumors.it

La truffa dei finti provini calcistici risale all’estate del 2022, quando una famiglia di origine albanese con un figlio minorenne calciatore fu contattata da un uomo di circa sessant’anni che, presentandosi come osservatore sportivo, propose di sottoporre il ragazzo a un provino per le giovanili dell’Ascoli Calcio dietro il pagamento di una somma di ben 20mila euro poi ridotta a 10mila.

La somma, disse l’uomo originario di Garlasco, in provincia di Pavia, sarebbe servita a pagare le spese di vitto e alloggio per il provino. I genitori del ragazzo pagarono la somma ma, poi, accortisi della truffa sporsero denuncia. Il 60enne di Garlasco è stato rinviato a giudizio insieme ad altri complici. Di seguito gli ultimi sviluppi sul caso.

Finti provini all’Ascoli Calcio: il processo ai truffatori

Vi avevamo già riferito della truffa dei presunti provini all’Ascoli Calcio, di cui la squadra bianconera era totalmente ignara, che avevano portato al rinvio a giudizio di quattro uomini: il 60enne di Garlasco che per rimo contattò la famiglia truffata e i suoi complici, un 56enne di Porto San Giorgio, un uomo di 63 anni di Ripatransone e un altro uomo di 63 anni di Ascoli.

I finti talent scout sono finiti a processo, davanti al Tribunale di Ascoli, e nella mattinata di martedì 3 giugno si è tenuta la seconda udienza, davanti alla giudice Barbara Bondi Ciutti.

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Finti provini all’Ascoli Calcio: il processo ai truffatori – Ascoli.cityrumors.it

Nel corso dell’udienza, come riporta Il Resto del Carlino, sono stati ascoltati i testi della pubblica accusa, tra i quali c’erano i tecnici dell’Ascoli Calcio: l’allenatore della Primavera, il preparatore atletico e il responsabile del settore giovanile. La loro testimonianza è stata necessaria per ricostruire le modalità di reclutamento e tesseramento per le giovanili dell’Ascoli.

I tecnici hanno spiegato che le domande di ingresso nel settore giovanile del club da parte dei giovani calciatori sono sottoposte al vaglio della società, che le esamina, valuta i curriculum e sottopone i giovani calciatori a un provino. La procedura comunemente seguita da tutte le squadre di calcio e che niente ha a che vedere con quanto richiesto dai presunti talent scout ai genitori del giovane calciatore.

I tecnici dell’Ascoli Calcio hanno anche riferito di non conoscere il ragazzo e non sapere nulla di una sua eventuale partecipazione alle selezioni per il settore giovanile. Tanto che il suo nome non era mai comparso nelle liste ufficiali dell’Ascoli Calcio.

Allo stesso tempo, le testimonianze rese all’udienza hanno anche escluso la presenza fisica della maggior parte degli imputati all’allenamento preso in esame dalla Procura e nel corso del quale i genitori del giovane calciatore avrebbero pagato i 10mila euro per il provino, come da loro riferito.

Insomma, la famiglia truffata ha seguito una procedura, per il provino del figlio calciatore alle giovanili dell’Ascoli, che non è quella seguita dalla società nelle selezioni di nuovi talenti. La testimonianza dei tecnici della società è stata fondamentale per accertare le modalità di selezione per il tesseramento.

Per i quattro imputati di truffa, dunque, le cose si mettono male. La sentenza nei loro confronti dovrebbe essere pronunciata il prossimo ottobre.

 

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