Sono centinaia gli animali morti che si vedono sulla spiaggia, non è la prima volta ma tanti si stanno chiedendo se è normale
Una scena quasi apocalittica e senza senso. Vedere tanti pesci morti sulla spiaggia senza poter fare nulla, non è normale e soprattutto non è sano anche perché sono pesci che potrebbero finire sulle tavole delle persone.
Gli interrogativi sono tanti Decine di carcasse di pesci morti giacciono lungo la battigia. Specie in zona Sentina, ci si imbatte ogni due metri circa in una carcassa. Alcune galleggiano in mare, altre sono sul bagnasciuga, integre o in avanzato stato di decomposizione. Il fenomeno lo si osserva già da domenica scorsa, nei giorni successivi le segnalazioni sono aumentate dai cittadini incuriositi dallo strano fenomeno.
Ma come può essere spiegato? Le ragioni potrebbero essere due: un batterio killer o un pesce predatore. Lo spiega Mario Marconi tecnico dell’Unicam: «La prima ipotesi che si può formulare è l’infezione batterica che si sviluppa in questo periodo tra fine estate e autunno. Vengono aggrediti più facilmente quegli individui indeboliti da una forte competizione alimentare. Il batterio colpisce i pesci più deboli e aggredisce il sistema epatico e renale, portandoli alla morte, quindi finiscono spiaggiati.
La seconda ipotesi è di tipo ecologico – spiega – da diversi decenni le nostre coste sono battute dalla presenza di un predatore di branco molto efficiente che è il pesce serra: prediligono come preda il cefalo, circondano i branchi e li spingono verso la riva per predarli. I cefali saltando, possono spiaggiarsi». Questa seconda ipotesi potrebbe essere quella più azzeccata per quanto accaduto già in passato a Marina di Massignano con lo spiaggiamento circoscritto di una quindicina di cefali.
«I pesci erano concentrati in poco spazio, quindi l’ipotesi più plausibile in quel caso era l’attacco dei pesci serra, un fenomeno che si può osservare nelle nostre zone». Ma in questo caso il fenomeno è piuttosto esteso in quanto la moria di cefali non la si osserva solo in zona Sentina, dove sostano anche diverse persone che praticano pesca per passione, ma anche in altri punti del tratto costiero piceno, fino a Cupra Marittima. Nulla di preoccupante comunque per la natura e per l’uomo in quanto in ambedue i casi, il fenomeno rientrerebbe nei meccanismi dell’ecosistema marino. Per comprendere se si tratti di un batterio killer o del predatore pesce serra occorrerebbe eseguire un’autopsia su una o più carcasse.