La storia di Andrea Sciamanna, concorrente della tredicesima edizione di MasterChef Italia, è una di quelle che non si dimenticano facilmente.
Una vita difficile e segnata da tante traversie quella di Andrea Sciamanna, il marchigiano che ha partecipato a MasterChef Italia 13: segnata da radici lontane, lutti profondi, passioni coltivate nel tempo e un’identità culinaria ricca di contaminazioni, la sua storia sembra fatta apposta per lasciare il segno. Dopo l’esperienza nel celebre cooking show, il giovane sta costruendo passo dopo passo il suo futuro nel mondo che più ama: quello dell’enogastronomia.
Le sue radici raccontano già una vita fuori dall’ordinario: suo papà, che si chiamava Goffredo ed era marchigiano doc, negli anni Ottanta si trasferisce in Cina come perito idraulico. Nel Paese asiatico conosce Li, e con lei e il figlio di lei decide di tornare in Italia, nel maceratese, dove poi nasce un altro bambino, Andrea Sciamanna appunto. Il ragazzo, a 12 anni appena, perde il suo amato papà e la famiglia decide di trasferirsi a Senigallia, a nord di Ancona.
Qui la madre di Andrea Sciamanna apre un ristorante cinese e quel lavoro assorbe quasi tutto il suo tempo, così il ragazzo cresce soprattutto con i parenti paterni, in particolare la zia Maria Celeste e con la nonna Zema, figura indimenticabile appassionata di tradizione marchigiana e quindi punto di riferimento sin da subito per il giovane. A scuola, per lui, le cose non vanno bene, il percorso non è semplice: cambia diversi istituti e viene bocciato due volte.
Solo più tardi scoprirà di essere affetto da un disturbo neurocognitivo, che fino ad allora aveva inevitabilmente rallentato e complicato il suo cammino scolastico, ma nel frattempo in lui sta maturando la passione per la cucina, che arriva ben presto a contaminarsi: non può infatti fare a meno di essere influenzato sia dalla madre che dalla nonna paterna, custodi di due tradizioni differenti, ma altrettanto vive dal punto di vista culinario.
Dopo il diploma, Andrea Sciamanna sceglie una strada che affonda le radici nell’identità del territorio: studia enologia, diventa sommelier professionista e comincia a collaborare con l’azienda di famiglia occupandosi dei rapporti con il mondo del vino. Il suo percorso lo porta poi per quattro mesi in Cina, dove segue l’apertura di una vinoteca, per rientrare successivamente a Senigallia e lavorare come sommelier nel campo della ristorazione, acquisendo competenze, conoscenze e sensibilità professionale.
La perdita di un amico, che ha sempre creduto in lui ed è anche un grande fan di MasterChef, è il passaggio importante che lo spinge a mettersi ancora in gioco e a partecipare al cooking show, dove vince anche una prova e conclude 14esimo. Il programma gli permette però di capire cosa vuole fare da grande: lavorare nell’enogastronomia, costruire un progetto di comunicazione e raccontare cibo e vino sui social, dallo street food al gourmet.