Impossibile dimenticare uno dei televenditori più celebri che si siano visti apparire sul piccolo schermo. E pensare che a lanciarlo fu lui.
Da anni ormai il personaggio meglio conosciuto come Il Baffo, ma anche come Baffo da Crema e Principe della notte, è entrato nella leggenda. Roberto Da Crema ha rivoluzionato il modo di vendere prodotti in televisione, segnando per sempre un’epoca col suo stile inconfondibile. Come non citare il suo timbro, la sua ferocia davanti alle telecamere: un personaggio che raramente troverà qualcuno che ne raccolga l’eredità.
Le sue apparizioni in tv negli ultimi anni sono state sempre più sporadiche, è comparso qua e là in diverse trasmissioni e spot pubblicitari – ad esempio in 90 Special su Italia 1 ma anche in veste di opinionista su Pomeriggio Cinque. Il vero momento d’oro per lui, a dire la verità, sono stati gli anni Ottanta e gli anni Novanta, è in quel periodo storico che è riuscito a diventare un’icona immortale. Propulsore della sua carriera agli inizi fu niente meno che Mike Bongiorno.
“Mike Bongiorno volle aiutarmi ma io…”, la confessione di Roberto da Crema
Si ritrovò da un giorno all’altro di fronte ai rappresentati di Publitalia, Roberto da Crema in quell’occasione fu salvato da Mike Bongiorno, che decise di prenderlo sotto la propria ala. Il racconto è rimasto inedito fino a qualche tempo fa, ovvero fino a quando lo stesso televenditore ha deciso di rivelarlo in una lunga intervista concessa a Off Topic. “Davanti a loro mi disse: ‘Venga qua a vendere con me’. Ho colto la palla al balzo, ci organizzammo così: facevamo una televendita io e una lui”, ha esordito parlando degli inizi.
Poi la frecciata che non ti aspetti nei confronti del celebre conduttore tv: “Mike si divertiva ma le televendite con lui prendevano tipo 850 chiamate, lo stesso prodotto con me 1300 chiamate”. Furono le sue innate qualità infine a fargli spiccare il volo, da lì in avanti la definitiva consacrazione: “Per non dire in giro che vendevo più di lui mi diedero un pacchetto di 12 televendite in una bella fascia, che valeva 400 milioni di vecchie lire”. E il resto, come i telespettatori ben sanno, è storia.