Ad Ascoli Piceno è scoppiato un caso su un film cortometraggio girato in città: l’argomento sono le olive ascolane. Cosa è successo.
Può un film, anzi un cortometraggio scatenare un putiferio di polemiche? Sì, se agli ascolani tocchi le loro olive. Quando c’è di mezzo la tradizione non si scherza. Le olive all’ascolana sono un patrimonio non solo gastronomico ma culturale.
Il cortometraggio “Superbi“, del regista Nikola Brunelli, originario di Falconara, in provincia di Ancona, racconta la produzione delle olive ascolane ad Ascoli, tra vecchie e nuove generazioni di italiani. Una storia che ha fatto molto discutere e ancora probabilmente lo farà.
Di seguito, tutti i dettagli della vicenda. Il cortometraggio è in gara al Festival Cortinametraggio a Cortina D’Ampezzo.
Il cortometraggio di Nikola Brunelli racconta la vicenda del negozio “Superbi“, da cui prende il titolo, uno storico negozio (fittizio) di Ascoli Piceno che dal 1864 produce le olive ascolane più buone della città. L’attività è gestita da Fulvio Superbi, interpretato dall’attore marchigiano Giorgio Colangeli (il suocero di Paola Cortellesi in “C’è ancora domani“), decano della famiglia che dopo decenni di attività comincia ad avvertire una certa stanchezza.
Le sue olive ascolane non sono più quelle di una volta, la qualità è diminuita ma l’uomo non è disposto ad ammetterlo. Poi, in città apre un nuovo negozio di olive fritte all’ascolana, gestito da Ismail, giovane immigrato di seconda generazione interpretato da Maurizio Bousso. Una novità che viene interpretata come un affronto dagli anziani componenti dell’Accademia dell’oliva ascolana Dop, nonostante le olive di Ismail siano buonissime e preparate a regola d’arte.
Il cortometraggio affronta le tematiche della tradizione e degli italiani di nuova generazione. Uno scontro culturale che tuttavia è destinato a trovare dei punti di incontro. Finché, nella storia raccontata dal cortometraggio, in città, nella centralissima piazza del Popolo apre sotto i portici un ristorante cinese di olive ascolane, “Olive Wang“.
La produzione del cortometraggio, durante le riprese, aveva lasciato il set incustodito per pochi minuti, con la finta insegna del ristorante cinese. Da quel momento si è scatenata la polemica. Molti ascolani, infatti, hanno pensato che avesse veramente aperto un ristorante cinese di olive all’ascolana e sui social sono esplosi i post indignanti.
Qualcuno ha anche chiamato i carabinieri, altri si sono lamentati direttamente con il sindaco Fioravanti. Ma nessun negozio cinese di olive ascolane aprirà ad Ascoli. Nel frattempo, si potrà guardare il cortometraggio “Superbi”, che al Festival di Cortina ha ricevuto un’ottima accoglienza.