Addio alle pensioni reversibilità: cambiano tutte le regole. In futuro non tutti potranno averla e sarà legata all’età anagrafica del beneficiario.
La situazione pensioni in Italia non fa certo invidia ai nostri vicini europei. Tralasciamo il discorso Legge Fornero, odiatissima da tutti gli italiani e che ti consente di andare in pensione solo a 67 anni. Il problema è il bilancio delle casse statali, sempre più in rosso. L’Italia ha un debito pubblico enorme, il più alto tra i paesi facenti parte dell’Unione Europea, considerando anche quest’ultimo in relazione al Pil. Il dilemma su come fare ad eliminare il debito pubblico attanaglia il Paese da anni ma la situazione non è certo migliorata.
Adesso la patata bollente è passata in mano al Governo Meloni, che come i suoi predecessori si ritrova a doversi fare i conti in tasca e capire come mandare avanti il paese e i suoi cittadini. Consideriamo quante spese affrontiamo ogni anno tra stipendi pubblici e fondi di vario genere: solo quelli relativi ai tanti bonus indetti dal Governo sono abbastanza per incidere negativamente sul bilancio della nazione. A questo punto nasce la preoccupazione per il sistema pensionistico, una delle spese più ingenti ma anche definitivamente necessarie per un Paese che giorno dopo giorno allarga il divario tra ricchi e poveri.
Di recente l’Organizzazione per la sicurezza e la cooperazione in Europa (Osce) ha stilato un rapporto sull’economia italiana, aggiungendo anche dei consigli su come fare a tagliare il debito pubblico italiano. Secondo l’Osce, la prima cosa da fare è agire sulle pensioni: tagliare gli assegni superiori a 5.000 euro, eliminare tutte le misure che permettono di andare in pensione anticipatamente e, ultimo ma non ultimo, diminuire la platea di beneficiari della pensione di reversibilità. In Italia sarebbero troppe: l’ammontare complessivo pagato alle pensioni di reversibilità era pari al 2,5% del Pil nel 2019.
Dunque l’Organizzazione suggerisce di effettuare un taglio sulle pensioni di reversibilità per accumulare il denaro necessario a ripagare il debito. Come? Istituendo un limite d’età per i possibili beneficiari del sussidio, così da poterlo ricevere soltanto in età pensionabile, ovvero dopo i 67 anni. In questo modo la pensione verrebbe tolta a soggetti più giovani ancora in età da lavoro o con un reddito proprio. Sembrerebbe una situazione davvero funesta per gli italiani ma non c’è da preoccuparsi: il Governo Meloni non sembra avere intenzione di ascoltare il consiglio dell’Osce che, fortunatamente per noi, non è assolutamente vincolante.