Vi sono dei casi in cui sono previste delle tasse per i bonifici ricevute: quali sono e tutto quello che c’è da sapere in merito.
Fra gli strumenti più utilizzati per i pagamenti vi è sicuramente il bonifico. Si tratta di un metodo rapido e alla portata di tutti per trasferire denaro in modo sicuro sia in Italia che all’estero. Il bonifico bancario, difatti, può essere tracciabile grazie agli Iban dei due soggetti coinvolti nell’operazione, l’ordinante e il beneficiario che possono essere persone fisiche, enti o aziende.
Una delle domande che si pone più spesso chi effettua o riceve un bonifico è quella relativa al pagamento di tasse sull’operazione, non intese come le commissioni richieste dall’istituto bancario di riferimento. Esistono, difatti, dei casi specifici in cui è prevista una tassazione su questo tipo di operazioni.
Effettuare un bonifico per trasferire somme di denaro è divenuta un’operazione molto semplice per molti. Il trasferimento, difatti, può essere eseguito anche utilizzando un dispositivo, come smartphone o computer, mediante l’home banking dell’istituto bancario presso cui abbiamo aperto il nostro conto corrente.
Su questa tipologia di operazioni, nel nostro Paese, la legge non prevede una tassazione diretta anche quando il denaro ricevuto riguarda prestazioni lavorative, solo quest’ultime andranno dichiarate poiché considerati redditi da lavoro, ma non si dovranno versare tasse sull’operazione in sé. Esistono, però, dei casi specifici per cui il pagamento diventa obbligatorio.
Nello specifico è prevista una tassazione “indiretta” quando il trasferimento di denaro ricevuto varia la giacenza media del conto corrente del beneficiario superando la soglia dei 5mila euro. Se si verifica tale condizione, bisognerà pagare l’imposta di bollo che ammonta a 34,20 euro e deve essere versata annualmente o nel periodo specifico durante cui si è superata la soglia stabilita.
Oltre a quello appena descritto, esiste un altro caso per cui è prevista una tassazione “indiretta” sui bonifici. In particolare, facciamo riferimento ad una somma di denaro ricevuta in donazione, ma bisogna distinguere: quando questa è esigua non vi sono tasse da pagare, mentre se si parla di una cifra particolarmente alta è necessario stipulare un atto di donazione in presenza di un notaio e versare l’imposta di donazione, le cui aliquote e franchigie variano in base al rapporto di parentela tra beneficiario e donante.