Buoni alimentari: a Grottammare sostegno a 446 famiglie In 310 hanno dichiarato di aver avuto una riduzione del proprio reddito a causa della pandemia

GROTTAMMARE – Al termine dell’operazione “Buoni spesa alimentare”, è stato stilato anche il bilancio dell’istruttoria partita qualche giorno prima di Pasqua, condotta con celerità e spirito di servizio dal personale dei Servizi sociali, fino a venerdì 24 aprile, per la lavorazione di 642 domande pervenute, di cui 545 ammesse a valutazione. Complessivamente, sono state soddisfatte le domande relative a 446 nuclei familiari.

Per l’erogazione dei buoni spesa per l’acquisto di prodotti alimentari, in favore dei cittadini colpiti dalla crisi economica determinata dall’emergenza Covid-19, il Governo aveva concesso al comune di Grottammare 106.385,15 euro. Risultata insufficiente a coprire le richieste, la cifra ha portato l’Amministrazione comunale ad ampliare il plafond a disposizione, dirottandovi risorse per 15.864,85 euro, da altri capitoli di bilancio del settore sociale, al fine di poter soddisfare tutte le domande pervenute senza dover escludere nessuno.
L’erogazione media per nucleo è stata di 274,10 euro, per un importo complessivo di 122.250 euro.

IL PUNTO DELLA SITUAZIONE:
Delle 545 domande presentate, 38 sono state escluse per dichiarazione del nucleo familiare difforme da quanto registrato in Anagrafe e 51 hanno conseguito un punteggio minore al minimo ammissibile per l’erogazione del buono di importo più basso (erano necessari 5 punti per il buono da 100 euro).
La Giunta comunale di Grottammare ha deciso anche di ammettere coloro che avevano presentato la domanda senza firma, invitandoli a ripresentare successivamente la domanda correttamente sottoscritta, e coloro che hanno regolarizzato la posizione anagrafica prima dell’istruttoria: in 10 casi, infatti, si tratta di integrazioni o modifiche a domande già presentate.

In riferimento alla tipologia dei richiedenti, sono 33 i nuclei che erano già seguiti dai Servizi Sociali, 101 quelli che dispongono di un sostegno, mentre 181 quelli privi di qualsiasi reddito, di cui 145 privi anche di un qualsiasi sostegno economico; in 310 hanno dichiarato di aver avuto una riduzione del proprio reddito a causa della pandemia; 227 sono in affitto e solo 1 è senza fissa dimora.

In 365 nuclei non ci sono persone sopra i 65 anni. La maggior parte dei beneficiari ha scelto di rifornirsi nei discount alimentari.

“I criteri di valutazione sono stati elaborati in maniera trasparente appositamente per stimare tutti i bisogni senza creare disparità di trattamento e senza lasciare indietro nessuno – dichiara l’Assessore all’Inclusività Sociale, Monica Pomili – Sono state soddisfatte tutte le domande pervenute ad eccezione di quelle con dati non corrispondenti all’Anagrafe e di quelle arrivate oltre il termine.
Come già stabilito nell’avviso pubblico, le dichiarazioni rese relative ai redditi e al capitale saranno successivamente verificate anche con l’ausilio delle Forze dell’Ordine e dell’Agenzia delle Entrate.
Prima di ogni cosa abbiamo voluto dare una risposta rapida ed efficiente. Per questo abbiamo aggiunto fondi comunali a quelli pervenuti dal Governo: in questo momento di emergenza sociale è emersa una nuova povertà che va a sommarsi a quella esistente, coinvolgendo anche molti giovani”, conclude Monica Pomili.

“È stato svolto un lavoro certosino e senza sosta – osserva il dirigente della 1ª Area, Igor Vita – grazie all’impegno sincero e appassionato dei dipendenti dei Servizi Sociali. Hanno lavorato notte e giorno, domeniche incluse, con due soli obiettivi: consegnare i buoni il prima possibile e aiutare tutti, uno per uno, a non commettere errori nella presentazione. Ciò è dimostrato dal bassissimo tasso di esclusioni, meno del 7% del totale, relativo solo a situazioni non recuperabili”.

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