Scopri le nuove sfide e opportunità con il prossimo modello 730: i limiti di reddito che ridefiniranno la pensione di reversibilità.
La pensione di reversibilità, un supporto essenziale per i superstiti dei lavoratori deceduti, si erige come un faro di sicurezza finanziaria in tempi di difficoltà. In un intricato labirinto di normative e leggi, questa prestazione previdenziale, nata dalle disposizioni della legge n. 335 del 1995 (riforma Dini), offre una tavola di salvataggio economico per coloro che si trovano a fronteggiare la perdita di un congiunto che godeva di benefici pensionistici.
Le fila della pensione di reversibilità si intrecciano principalmente intorno al coniuge e ai figli del defunto lavoratore, costituendo una rete di sicurezza sociale che, tuttavia, può estendersi ad abbracciare anche fratelli, sorelle o altri parenti qualora manchino discendenti diretti. La sua implementazione avviene al momento del decesso del titolare della pensione o del lavoratore avente diritto alla prestazione, con particolare rilievo nel contesto della cosiddetta “pensione indiretta”.
L’importo dell’assegno in base al reddito
L’importo dell’assegno varia in base al grado di parentela e ai redditi del beneficiario, monitorati annualmente tramite le dichiarazioni fiscali come il modello 730 o il PF. Questo sostegno economico si attiva al momento del decesso del titolare della pensione o del lavoratore avente diritto alla prestazione, configurando una pensione indiretta nel secondo caso.
Affinché si possa beneficiare della pensione indiretta, il lavoratore deve aver versato almeno 15 anni di contributi IVS durante la sua vita assicurativa o, alternativamente, almeno 5 anni di contributi, di cui 3 negli ultimi cinque anni. Le percentuali dell’importo sono fissate dalla normativa come segue:
- 60% per il coniuge
- 70% per un figlio minore o inabile
- 80% per il coniuge con un figlio minore o due figli minori senza coniuge
- 100% per il coniuge con due o più figli o tre o più figli
- 15% per ogni altro familiare avente diritto, diverso dal coniuge, figli e nipoti
Tuttavia, l’importo della pensione può essere ridotto se il reddito del coniuge superstite supera determinati limiti, stabiliti in base al trattamento minimo annuo delle pensioni Inps. I limiti di reddito sono applicati solo al coniuge superstite, e la riduzione della pensione viene attuata a partire dal mese successivo al superamento dei limiti di reddito.
Da notare che la pensione di reversibilità è destinata a subire aggiornamenti nel 2024, con nuovi limiti che verranno calcolati dall’Inps in base agli adeguamenti alle prestazioni previdenziali dovuti all’inflazione. In sintesi, il calcolo dell’assegno è influenzato da variabili come i redditi del beneficiario, con tagli che possono scattare al superamento di determinate soglie di reddito.