Quando si parla di conto cointestato bisogna sempre fare attenzione, perché a volte il titolare non è chi pensate sia.
Il conto cointestato è un deposito bancario in cui il titolare non è una sola persona, ma almeno due. Si tratta di uno strumento particolarmente comodo in determinate condizioni: ad esempio tra soci di un’attività che hanno bisogno di accedere ad una disponibilità economica in comune, oppure nell’ambito di un rapporto coniugale.
Un conto corrente può essere considerato cointestato, quindi, quando è di proprietà di due o più persone. Per poterlo intestare, è necessario che al momento dell’apertura del deposito bancario i cointestatari siano tutti presenti. Non è possibile effettuare tale operazione con un conto corrente già esistente. In questo caso, si può optare per la delega ma il proprietario del conto rimane invariato.
Conto corrente cointestato, chi sono i titolari e quali operazioni si possono effettuare
L’importo presente sul conto corrente cointestato è diviso in parti uguali tra i proprietari. Pertanto, se sono due, il deposito bancario si presume diviso al 50%. Dunque, ognuno di essi è cointestatario della metà della giacenza in banca, oppure alle Poste.
Questa condizione, però, non rappresenta un vincolo alla possibilità di effettuare prelievi che vanno anche oltre tale limite. Se il rapporto tra cointestatari è regolato dal principio di parità delle quote, quello con la banca si basa sul concetto della solidarietà attiva e passiva.
Il conto corrente cointestato può essere sia a firme congiunte che disgiunte. Nel primo caso, si stabilisce che per poter compiere operazioni i titolari dello stesso debbano ottenere l’autorizzazione degli altri cointestatari. Nel secondo caso, invece, i proprietari hanno la possibilità di effettuare depositi e prelievi anche senza l’autorizzazione degli altri. Su un conto corrente cointestato a firma disgiunta, dunque, ciascun titolare ha la possibilità di fare alcune operazioni, come:
- Effettuare prelievi e versamenti;
- Disporre bonifici;
- Emettere assegni;
- Accreditare lo stipendio;
- Gestire le utenze.
Per questa tipologia di conto, però, non è possibile procedere con investimenti delle somme in maniera autonoma. In tal caso, infatti, sarà necessario sottoscrivere con la banca i singoli ordini di acquisto e di vendita, che andranno autorizzati da tutti i cointestatari.
In caso di morte di uno dei proprietari, la quota del defunto sarà gestita secondo le norme di successione. Pertanto, l’altro cointestatario non avrà la possibilità di utilizzarla durante l’iter successorio. Ma avrà l’opportunità di accedere alla propria quota.