Non hai abbastanza contributi per andare in pensione? Un nuovo accordo ti salva: puoi lasciare subito il lavoro e avere una pensione più alta.
Un nuovo accordo riconfermato dal Governo di Giorgia Meloni salva migliaia di italiani dal rischio di non poter andare in pensione. Vediamo subito di cosa si tratta e come sfruttarlo.
Niente contributi e niente pensione. Il requisito contributivo, infatti, è il fattore più importante quando parliamo di previdenza sociale: esistono misure – come, ad esempio, Quota 41 e la pensione anticipata ordinaria – che non hanno alcun requisito anagrafico minimo. Ma non esiste misura di pensionamento che non tenga conto dei contributi.
I contributi sono importanti per due ragioni:
Infatti, dal 1996 in avanti – in seguito alla riforma Dini – l’importo della pensione viene calcolato con il sistema contributivo il quale moltiplica l’insieme dei contributi versati durante la carriera per un coefficiente di trasformazione che aumenta con l’aumentare dell’età anagrafica del lavoratore.
Molte persone, purtroppo, pur avendo l’età per la pensione, non hanno abbastanza contributi per poter lasciare il lavoro. Un nuovo accordo, però, ci salva: ora potremo andare in pensione anche se non abbiamo ancora i 20 anni di contributi richiesti dalla legge Fornero.
La legge Fornero ha stabilito che, per accedere alla pensione di vecchiaia, è necessario avere almeno 67 anni di età e 20 anni di contributi. 20 anni possono sembrare pochi ma per chi ha iniziato a lavorare tardi o per chi ha dei “vuoti” contributivi, anche 20 anni possono rappresentare un traguardo difficile da raggiungere. Grazie ad un nuovo accordo, però, siamo salvi e potremo andare in pensione anche con meno di 20 anni di contributi.
Il Governo di Giorgia Meloni, per il biennio 2024-2025, ha riconfermato la pace contributiva. In pratica, pagando di tasca tua puoi riscattare fino a 5 anni di “vuoti contributivi”. Puoi riscattare quei periodi in cui i contributi non ti sono stati versati come i periodi di disoccupazione non indennizzati oppure i periodi di aspettativa per cariche pubbliche elettive.
Puoi riscattare anche i periodi di congedo matrimoniale, congedo parentale, aspettativa per motivi di salute, aspettativa per motivi sindacali, o ancora i periodi di lavoro all’estero non utili ai fini pensionistici italiani. Il pagamento può avvenire anche a rate: puoi dilazionare il pagamento fino ad un massimo di 120 rate il cui importo, però, non può essere inferiore ai 30 euro ciascuna.
In questo modo recupererai 5 anni utili non solo per l’accesso alla pensione ma anche per aumentare il tuo montante contributivo utile ai fini del calcolo dell’importo della pensione. In pratica se hai 67 anni e ti mancano massimo 5 anni di contributi, grazie alla pace contributiva recupererai questi 5 anni e potrai smettere subito di lavorare.