Dal boom per il Covid al tracollo: ora Pfizer sta licenziando nelle Marche

Crisi alla Pfizer di Ascoli Piceno a causa del crollo della domanda di vaccini dopo la fine dell’emergenza Covid. Partono i licenziamenti.

Terminata l’emergenza Covid-19 è calata fortemente la domanda di vaccini in tutto il mondo. Con il conseguente tracollo della produzione che si è fatto sentire nei bilanci delle multinazionali del farmaco come Pfizer, produttrice di uno dei vaccini anti-Covid più diffusi al mondo, il Comirnaty.

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Dal boom per il Covid al tracollo: ora Pfizer sta licenziando nelle Marche (Foto Ansa) – Ascoli.cityrumors.it

Le conseguenze di questo crollo sono arrivate fino ad Ascoli Piceno, dove ha sede uno storico e importante stabilimento della multinazionale americana. Conseguenze che purtroppo stanno portando a licenziamenti dei lavoratori.

Dopo il mancato rinnovo dei contratti a tempo determinato dei lavoratori interinali, a seguito del calo della produzione di vaccini, ora purtroppo tocca anche ai lavoratori a tempo indeterminato. Di seguito le ultime notizie in dettaglio.

Dopo il boom per il Covid, crolla la domanda di vaccini: licenziamenti alla Pfizer di Ascoli

Non solo vaccini, Pfizer ha ideato e prodotto anche il farmaco Paxlovid, un potente antivirale efficace nl contrastare la malattia Covid-19 nei pazienti più fragili, non vaccinati o nei quali il vaccino non aveva avuto effetto, salvando loro la vita. Con la fine dell’emergenza sanitaria mondiale di Covid-19 e la malattia divenuta più contagiosa ma meno grave, è crollata la domanda di vaccini e farmaci antivirali. Le conseguenze sono state inevitabili sulla produzione di questi farmaci e sui bilanci delle società farmaceutiche, con un tracollo che ora ricade sui lavoratori. Come sta accadendo alla sede Pfizer di Ascoli Piceno, dove si produceva proprio il Pavlovid.

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Dopo il boom per il Covid, crolla la domanda di vaccini: licenziamenti alla Pfizer di Ascoli (Foto Ansa) – Ascoli.cityrumors.it

Lo scorso dicembre, la multinazionale aveva comunicato che non avrebbe rinnovato i contratti dei lavoratori assunti a tempo determinato nello stabilimento di Ascoli. Si trattava degli interinali, assunti con contratto di somministrazione di lavoro, per fare fronte all’aumentata produzione dovuta all’emergenza Covid.

Già la situazione si presentava grave, nonostante si trattasse di lavoratori a tempo interinali, dunque senza garanzie di continuare nel rapporto di lavoro. La crisi, tuttavia, aveva iniziato a preoccupare i sindacati per il rischio che potesse estendersi anche ai lavoratori a tempo indeterminato.

Uno scenario che non era imprevedibile e che si è manifestato ora. La Pfizer, infatti, ha appena comunicato ai sindacati l’avvio procedura di licenziamento per 87 dipendenti a tempo indeterminato dello stabilimento di Campolungo di Ascoli. La motivazione? Il crollo della produzione di farmaci, come riporta Il Corriere Adriatico.

Negli ultimi anni, lo stabilimento ascolano della Pfizer ha prodotto soprattutto il Paxlovid, destinato alla Cina, dove la richiesta del farmaco è stata molto elevata. Ora la domanda è crollata e di conseguenza la sua produzione. Con tutte le conseguenze sui lavoratori, prima quelli interinali poi quelli a tempo indeterminato.

Di fronte al crollo di questa domanda, Pfizer ha dovuto elaborare un piano di riorganizzazione aziendale, con tagli al personale in tutti i suoi 40 stabilimenti nel mondo, di cui due sono in Italia, uno appunto ad Ascoli. Con il nuovo piano industriale, la multinazionale punta a risparmiare un miliardo di dollari. A pagarne le conseguenze saranno i lavoratori.

Ora, i sindacati dovranno negoziare con Pfizer gli ammortizzatori sociali per i lavori in esubero, più del doppio di quelli che si aspettavano.

Anche questa crisi industriale, come quella di Beko a Comunanza, avrà pesanti conseguenze sul territorio ascolano.

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