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Economia

In pensione a 63 anni dal 2024 ma con penalizzazione elevata, la verità sugli importi

In arrivo maglie più strette per l’anticipo della pensione: ecco quale sarà la spesa pensionistica per il futuro anno solare.

In vista della legge di bilancio, il segnale sulle pensioni appare irreversibilmente chiaro: in un contesto di bassa crescita economica, incipiente inverno demografico e alta incertezza, si restringe lo spazio per le uscite anticipate.

Pensioni 2024: le ultime novità introdotte dal governo Meloni (Ascoli.cityrumors.it)

Ed infatti, gli ultimi aggiustamenti nella manovra 2024 mostrano la chiara volontà di inasprire i requisiti dell’età e dei minimi pensionistici. Ci saranno maglie più strette e non convenienti per l’anticipo della pensione così che il nuovo anno vedrà la nascita di una nuova quota, la 104, che andrebbe a sostituire la 103.

La combinazione di età e contributi, rispettivamente 63 e 41 anni, necessari per accedere in anticipo al pensionamento anticipato  saranno testimoni di un ulteriore irrigidimento rispetto alle quote precedenti.

In arrivo la quota 104: tutto quello che c’è da sapere sulla nuova manovra pensionistica

La Legge di Bilancio 2024 non contiene sostanziali riforme, ma porta con sé diverse novità: arriva la quota 104, portando con sé grandi penalizzazioni in materia pensionistica, e dimostrando chiaramente l’intento del governo Meloni di rendere la pensione anticipata più difficile. I tempi dell’uscita dal lavoro si allungano inevitabilmente, e lo fanno con requisiti sempre più stringenti.

Manovra pensioni 2024: tutto quello che c’è da sapere (Ascoli.cityrumors.it)

Le novità del pacchetto pensioni riguardano la pensione anticipata per cui ci saranno, come anticipato, delle riforme rafforzate e restrittive rispetto al passato. Primi tra tutti ad essere modificati, i requisiti di accesso: lo strumento attualmente vigente prevede la possibilità di andare in pensione anticipatamente, uscendo da lavoro con 62 anni di età e 41 di contributi. Dal 2024, sarà necessario avere 63 anni.

Mentre per il calcolo del trattamento ci sono alcune penalizzazioni sulla parte dei contributi nel sistema retributivo, relativa ai periodi lavorati fino al 31 dicembre 1995, le quali si applicano progressivamente agendo sui coefficienti di trasformazione. E la stretta si fa evidente anche sulle finestre d’uscita, che vengono dilatate. Si allungano, infatti, i tempi necessari per la maturazione dei requisiti e la pensione passando da 3 a 6 mesi per i dipendenti privati e da 6 a 9 mesi per gli statali.

Non ci sarà poi un aumento delle minime, ma le pensioni saranno valutate in rapporto all’inflazione, intervenendo sul meccanismo dell’indicizzazione rispetto alle modifiche apportate lo scorso anno. Nello specifico, la rivalutazione salirà dall’ 85 al 90% per i trattamenti tra 4 e 5 volte il minimo, mentre per l’ultima fascia, quella con i trattamenti oltre 10 volte il minimo si prevede la riduzione dal 32 al 22%. Restano invariate le altre fasce.