Nel 2024 puoi smettere di lavorare a 64 anni anziché a 67 e puoi anche ricevere una pensione molto più ricca. Vediamo come fare.
Addio legge Fornero: non sarà più necessario attendere di aver compiuto 67 anni per andare in pensione. Grazie a due misure poco conosciute – ma molto vantaggiose – potrai lasciare il lavoro già a 64 anni, cioè con 3 anni di anticipo rispetto a quanto stabilito dalla Fornero.
L’età pensionabile portata a 67 anni non piace proprio a nessuno. Infatti, non solo costringe le persone a lavorare fino quasi alla soglia dei 70, ma non agevola neppure il ricambio generazionale nei luoghi di lavoro. Infatti più tardi andiamo in pensione e più tardi i giovani possono sostituirci e iniziare a lavorare.
Infatti il nostro paese è tra quelli in cui le persone iniziano più tardi a lavorare in modo stabile e regolare. Senza contare un altro problema inerente il mondo della previdenza sociale: le pensioni italiane sono tra le più basse in Europa. Chi smette di lavorare a 67 anni con 20 di contribuzione, nella maggior parte dei casi, deve accontentarsi della pensione minima che supera di poco i 600 euro al mese.
Ci sono due strade che in pochi conoscono ma che sono estremamente vantaggiose. Due misure consentono di andare in pensione con tre anni di anticipo rispetto a quanto ha stabilito la legge Fornero, cioè a 64 anni e non a 67. Non solo: si andrà a ricevere un assegno bello sostanzioso.
Se il tuo sogno è andare prima in pensione ma senza subire pesanti tagli sull’assegno mensile, sappi che oggi puoi farlo. Ci sono ben due strade per lasciare il lavoro a soli 64 anni e con un assegno ricco. vediamo cosa devi fare.
Chi ha iniziato a versare i contributi a partire dal 1996 fa parte della categoria dei cosiddetti “contributivi puri”. Il mondo delle pensioni, infatti, è stato rivoluzionato, ben prima che dalla legge Fornero, dalla riforma di Lamberto Dini che risale al 1995. La riforma Dini ha cambiato il sistema di calcolo degli assegni pensionistici.
Fino al 1995 l’importo delle pensioni veniva calcolato con il sistema retributivo che si basava sulle ultime retribuzioni ricevute da un lavoratore. Dal 1996 in avanti, invece, le pensioni vengono calcolate con il sistema contributivo. Questo sistema tiene conto di due fattori: i contributi versati nell’arco di tutta la carriera e l’età di uscita dal lavoro.
Infatti il sistema contributivo, per calcolare l’importo delle nostre pensioni, moltiplica l’insieme dei contributi versati per un coefficiente di trasformazione che aumenta con l’aumentare dell’età anagrafica. In parole povere: più contributi hai versato e più tardi vai in pensione, più alto sarà il tuo assegno previdenziale.
Chi ha iniziato a versare i contributi a partire dal 1996, può godere di una riduzione dell’età pensionabile e può andare in pensione, sempre con 20 anni di contributi, a 64 anni invece che a 67. Tuttavia, per fruire di questa misura – chiamata “pensione anticipata contributiva” – bisogna che l’importo dell’assegno pensionistico maturato sia pari o superiore a:
Considerando che nel 2024 l’importo dell’assegno sociale corrisponde a 534, 41 euro al mese, molti potranno andare in pensione a 64 anni con un assegno mensile di circa 1600,00 euro.
Ma non è finita qui: c’è una seconda strada che agevola, però, solo le donne che hanno almeno tre figli. Se una lavoratrice ha tre o più figli il calcolo della pensione cambia e viene applicato un coefficiente di trasformazione più alto. In pratica potrà andare in pensione a 64 anni ma il suo montante contributivo verrà moltiplicato per il coefficiente di trasformazione che corrisponde a 66 anni. Di conseguenza la sua pensione sarà più alta.