INPS, in questo caso hai l’obbligo di iscriverti alla gestione separata

La gestione separata è un fondo pensionistico introdotto nel 1996. Oggi una pronuncia della Corte Costituzionale allarga gli obblighi.

La gestione separata dell’INPS rappresenta una particolare forma di assicurazione previdenziale, introdotta per tutelare categorie di lavoratori che non rientrano nei tradizionali regimi contributivi. Ma quando scatta esattamente l’obbligo di iscrizione? Questa domanda è centrale per molti lavoratori autonomi, collaboratori e liberi professionisti che si trovano a dover gestire la propria posizione previdenziale.

Gestione separata INPS, in quali casi è obbligatoria
Per chi è obbligatoria l’iscrizione alla gestione separata dell’INPS? (Foto Ansa – ascoli.cityrumors.it)

Stiamo parlando di un fondo pensionistico finanziato con i contributi previdenziali obbligatori dei lavoratori assicurati, introdotto il 1° gennaio 1996 dalla legge 335. L’iscrizione alla gestione separata avviene attraverso un’apposita procedura online sul sito dell’INPS. È un’operazione che richiede pochi passaggi, ma è fondamentale inserire correttamente tutti i dati richiesti per evitare problemi futuri. Una volta effettuata la procedura, il lavoratore dovrà versare i contributi previdenziali, che verranno calcolati in percentuale sul reddito dichiarato.

Gestione separata dell’INPS: chi ha l’obbligo di iscriversi?

L’iscrizione alla gestione separata INPS riguarda principalmente coloro che non sono coperti da altre forme di previdenza obbligatoria. Tra questi, rientrano i lavoratori autonomi che operano senza una cassa previdenziale specifica, i collaboratori coordinati e continuativi, e i liberi professionisti senza un ordine professionale di riferimento.

Gestione separata INPS: chi ha l'obbligo di iscriversi?
Chi non è coperto da altre forme di previdenza obbligatoria ha l’obbligo di iscrizione alla gestione separata (Foto Ansa – ascoli.cityrumors.it)

Tra le altre categorie, ci sono i venditori a domicilio con reddito superiore a 5mila euro, i beneficiari di assegni di ricerca e quelli di borse di studio per la frequenza ai corsi di dottorato di ricerca, gli amministratori locali, i medici con contratto di formazione specialistica, i volontari del Servizio civile nazionale (avviati dal 2006 al 2008) e i prestatori di lavoro occasionale accessorio.

In forza di una pronuncia della Corte Costituzionale, devono obbligatoriamente iscriversi i titolari di reddito da arti e professioni, il cui esercizio è subordinato all’iscrizione ad un albo. Inoltre, la procedura è necessaria per chi svolge attività occasionali, purché queste superino una determinata soglia di reddito annuale stabilita dalla legge. L’obbligo riguarda anche i lavoratori parasubordinati, ossia coloro che, pur avendo un rapporto di collaborazione continuativo, non sono legati da un vincolo di subordinazione.

È fondamentale che i lavoratori si iscrivano tempestivamente, poiché la mancata procedura può comportare sanzioni e l’impossibilità di accedere ai benefici previdenziali previsti dalla gestione separata. In pratica, appena si inizia a percepire un reddito derivante da attività che non prevedono altre forme di copertura previdenziale, è necessario procedere con l’iscrizione. Questo passaggio è essenziale per garantire la propria posizione contributiva e per maturare i requisiti per il futuro accesso alle prestazioni pensionistiche e assistenziali.

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