L’invalidità civile è uno strumento di welfare italiano che mitiga la sofferenza di tante persone. Il rischio di perderla, però, è concreto.
Il tanto vituperato welfare italiano consegna a coloro che ne hanno diritto diversi diritti, sotto forma di bonus, incentivi, sussidi. La Legge 104 del 1992 è un pilastro delle politiche di sostegno alle persone più svantaggiate. L’invalidità civile, infatti, mitiga la sofferenza che un folto numero di persone prova. Attenzione, però, perché il rischio di perdere questo aiuto istituito dallo Stato c’è ed è molto forte, se non si hanno le carte in regola.
Com’è noto, si può ottenere l’invalidità civile quando si possiedono i requisiti in termini medici e di legge. Si dovrà infatti fare richiesta all’Istituto Nazionale di Previdenza Sociale che, nel più breve tempo possibile, convocherà la persona in questione. A quel punto si dovranno portare ed esibire tutti i documenti che attestano l’eventuale patologia e/o menomazione ed essere sottoposti a una visita da parte della commissione medica incaricata dall’INPS.
Una volta terminato l’incontro si dovrà aspettare un tempo variabile (ma non lunghissimo) per ricevere il verbale di concessione o meno dell’invalidità civile. Qualora venga accettato, si inizieranno a ottenere subito i benefici riconosciuti. Viceversa, si potrà fare ricorso. Il verbale stesso indicherà le modalità con cui muoversi. Ma non finisce qui. Perché la condizione di invalidità va monitorata ciclicamente.
Numerosi i problemi che derivano, infatti, dal non presentarsi alla visita di revisione dell’invalidità. La commissione medica, infatti, ha il potere di sospendere rapidamente la prestazione economica. Chi ottiene il riconoscimento di un’invalidità è tenuto infatti a sottoporsi periodicamente a visite di revisione. Queste visite servono a verificare se la condizione di invalidità è invariata o se ci sono stati miglioramenti o peggioramenti. Tuttavia, la mancata presentazione a queste visite può avere conseguenze significative.
Quando l’assenza viene registrata nel sistema, l’INPS sospende automaticamente la prestazione economica sul “Data Base Pensioni” (messaggio 8 novembre 2022, n. 4029 dell’INPS). Questa sospensione è temporanea e ha carattere cautelativo. La sospensione viene comunicata all’interessato, che ha la possibilità di giustificare l’assenza entro 90 giorni. La sospensione cautelativa della prestazione economica si basa sulla legislazione vigente, in particolare la L. 448/1998 e il D.L. 78/2009.
Se l’assenza non viene giustificata entro i 90 giorni o se la giustificazione non è ritenuta valida, la sospensione temporanea diventa definitiva. Se, invece, viene presentata una giustificazione valida e questa viene accolta, il processo di revisione riprende e viene fissata una nuova data per la visita.