ISEE errato, che cosa bisogna fare in questi casi? Ecco perché tutti commettono lo stesso errore e poi perdono gli incentivi.
Come ben sappiamo, l’Italia è uno di quei Paesi in cui la burocrazia è davvero molto presente nelle vite dei cittadini. Si stima, effettivamente, che sia uno dei Paesi che presenta il maggior numero di documenti e carte da dover presentare, per qualsiasi evenienza.
Tra tutte queste scartoffie, il cittadino rischia davvero di confondersi e di andare in tilt. Una delle documentazioni più importanti, comunque, che ogni cittadino deve presentare è l’Isee, ovvero l’indicatore che serve per valutare e confrontare la situazione economica dei diversi nuclei familiari. Fondamentalmente, questa documentazione serve per poter richiedere tutta una serie di prestazioni sociali agevolate, in quanto i diversi bonus e agevolazioni prevedono una serie di requisiti.
Solitamente, uno dei requisiti fondamentali è proprio il fatto di avere l’Isee entro un determinato limite, che viene stabilito in base al tipo di prestazione. Per poterlo ottenere, diventa di fondamentale importanza la compilazione di quella che è nota come Dichiarazione Sostitutiva Unica, ovvero DSU. Potrebbe succedere, però, di ottenere un Isee errato, per cui la domanda che consegue a una simile evenienza ha a che fare con le conseguenze, ecco come muoversi. La domanda che molti cittadini si pongono è: bisogna rifarlo o correggerlo? Anche perché, presentare un Isee sbagliato, potrebbe far sì che si perda l’accesso a determinati bonus.
Nel momento in cui si presenta un Isee errato, si rischia di perdere quei bonus a cui si ha diritto. Motivo per cui la domanda principale che i cittadini si pongono è: come muoversi in queste casistiche? Sarebbe meglio rifarlo o correggerlo?
In primo luogo, dobbiamo capire se siamo ancora in tempo per poter correggere l’Isee sbagliato. In caso affermativo, allora si potrà procedere attraverso due modalità. La prima, prevede di utilizzare un modello integrativo FC3, grazie al quale avremo la possibilità di aggiungere tutte quelle informazioni mancanti. Se decidiamo di seguire la seconda modalità, invece, allora dovremmo presentare nuovamente la Dichiarazione Sostituiva Unica, con i dati corretti. In questo modo, la prima DSU presentata perderà di validità, mentre sarà presa in considerazione la seconda dichiarazione inviata, per poter ricalcolare l’Isee.
Insomma, a seconda del nostro caso specifico, possiamo decidere se integrare dei dati mancanti, o se presentare nuovamente la dichiarazione sostitutiva unica, perché è più conveniente correggere i dati errati.