Paradosso sulla pensione: più invecchiamo e più si abbasserà. Vediamo insieme cosa succederà nei prossimi anni.
Più si allunga la vita e più si abbassa la pensione. Possibile? A quanto pare potrebbe accadere esattamente così. In questo articolo vi spieghiamo tutto nei dettagli.
Negli ultimi decenni l’aspettativa di vita media si è allungata di molto grazie ai passi avanti fatti dalla ricerca medica e scientifica. E grazie anche ad un maggior accesso a cure ed esami diagnostici. Questo è sicuramente un bene. Una nuova scioccante notizia, però, ci informa che vivere più a lungo potrebbe comportare anche svantaggi in termini economici. In pratica chi vivrà più a lungo potrebbe ricevere una pensione più bassa.
Uno scherzo? Assolutamente no: lo ha detto l’Inps. Anzi non solo lo ha detto ma lo ha proposto. Secondo l’istituto nazionale di previdenza sociale chi vive di più deve ricevere una pensione più bassa di chi, invece, ha un’aspettativa di vita più bassa.
Dopo una vita passata a sgobbare potreste avere una pensione bassissima se, secondo le statistiche, la vostra aspettativa di vita è alta. Vediamo insieme la proposta scioccante dell’Inps.
L’istituto di previdenza sociale ha portato alla luce i risultati di un nuovo studio secondo il quale chi fa lavori umili e ha stipendi bassi ha un’ aspettativa di vita inferiore rispetto a chi fa lavori ben retribuiti. In particolare è stato evidenziato che gli operai vivono 5 anni in meno dei dirigenti, in media.
Di conseguenza un operaio riceverà la sua pensione per 5 anni in meno rispetto ad un dirigente. Si tratta di dati puramente statistici ovviamente perché nessuno di noi può sapere cosa la vita ci riserva e le malattie gravi colpiscono tanto i poveri quanto i ricchi esattamente come gli incidenti stradali.
L’Inps però non può tenere conto di tutte le eventualità e, allora, basandosi sulle statistiche ha proposto di applicare coefficienti di trasformazione diversi non solo in base all’età in cui una persona va in pensione ma anche in base al lavoro svolto.
Con il sistema di calcolo contributivo puro, infatti, l’importo della pensione viene calcolato moltiplicando la somma dei contributi versati per un coefficiente di trasformazione che varia in base all’età. In pratica più tardi si va in pensione e più alto è il coefficiente di trasformazione e, dunque, più alta sarà la pensione stessa.
L’Inps ha, quindi, proposto di applicare coefficienti di trasformazione più alti a quelle professioni che, statisticamente, hanno un’aspettativa di vita più bassa e coefficienti di trasformazione più bassi a chi, invece, secondo le statistiche dovrebbe vivere più a lungo. La conseguenza- se questa strana proposta venisse mai accolta dal Governo – è che più vivremo e più bassa sarà la nostra pensione.