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Economia

Lavorare e prendere la disoccupazione, in Italia ora si può

È possibile lavorare e prendere la disoccupazione? La risposta a questa domanda può essere quasi scontata, ma la situazione reale è diversa.

Avere un impiego fisso è ormai diventato sempre più difficile, come stanno sperimentando già da qualche tempo i più giovani che si ritrovano a dover accettare stage o contratti brevi e pagati pochissimo pur di poter guadagnare qualcosa. Quasi tutti alla fine decidono di accettare, ben sapendo come sia importante fare esperienza nel mondo del lavoro e imparare a rapportarsi con i colleghi, ma non è certamente possibile avere uno stile di vita dignitoso, specie per chi desidera vivere da solo.

L’indennità di disoccupazione spesso oon permette di vivere in modo dignitoso – Foto Ascoli.cityrumors.it

La situazione per gli adulti non è comunque troppo diversa, soprattutto a causa della crisi che permette a poche aziende di sopravvivere. In quel caso riuscire a essere assunti nuovamente fino ad arrivare all’età della pensione diventa quasi un’impresa. Ma è possibile lavorare e prendere la disoccupazione così da non rinunciare a entrambi gli importi se questi permettono di arrivare a una cifra almeno discreta? Apparentemente verrebbe da dire di no, ma la risposta potrebbe essere sorprendente.

Lavorare e prendere la disoccupazione è possibile?

La disoccupazione, meglio nota come NASPI, è quell’indennità che si percepisce quando si resta senza lavoro, indipendentemente dall’età, a causa di un contratto non rinnovato o della chiusura dell’azienda. Non è prevista, come è facile immaginare, per chi dà le dimissioni.

La cifra che si percepisce non è comunque spesso elevatissima (è pari al 76% della retribuzione media mensile imponibile a fini previdenziali percepita negli ultimi quattro anni se è inferiore all’importo minimo), per questo non ci si può che augurare di trovare presto un impiego vero e proprio. A volte, però, le prospettive offerte dal mondo del lavoro non sono così allettanti, ma rifiutare può generare non poco senso di colpa visto che non si sa quando potrà presentarsi un’altra proposta simile. Tanti però sono convinti che non sia possibile lavorare e prendere la disoccupazione, ma non è così, con buona pace di alcuni, che potrebbero così percepire entrambi gli assegni.

In alcuni casi, infatti, la NASP, può essere ritenuta compatibile con un contratto di lavoro a tempo determinato, a condizione però che la durata dell’accordo non sia superiore ai sei mesi e che non si arrivi a superare gli 8.500 euro di reddito da lavoro dipendente e parasubordinato, secondo quanto riferito dall’INPS.

Si può percepire la disoccupazione anche se si lavora? – Foto | Ascoli.cityrumors.it

Il sussidio verrà comunque ridotto e sarà pari all’80% del reddito presunto, rapportato al periodo di tempo intercorrente tra la data di inizio del contratto di lavoro subordinato e la data in cui termina il periodo di godimento dell’indennità NASPI. È inoltre necessario comunicare all’INPS entro un mese dall’inizio del contratto a quanto possa ammontare il reddito annuo previsto (calcolatrice alla mano, ovviamente).

Qualora invece il guadagno sia superiore a quel limite, l’indennità verrà sospesa d’ufficio, per tutta la durata del rapporto di lavoro. Una volta concluso il rapporto di lavoro, si potrà tornare a ricevere la NASPI per tutto il periodo per cui se ne ha diritto. L’unico impedimento quindi alla ricezione dell’indennità è dato da un reddito di lavoro dipendente a tempo determinato superiore a sei mesi di importo superiore agli 8.500 euro.

E i liberi professionisti?

Possono comunque continuare a percepire la disoccupazione anche le persone che effettuano attività di lavoro autonomo, di impresa o parasubordinata da cui derivi un reddito inferiore a 4.800 euro annuo (5.500 euro per il lavoro occasionale accessorio).

È necessario informare in questo caso l’ente di previdenza (per i liberi professionisti ci sono le casse a loro collegati) in merito a quanto potrà ammontare il loro reddito presunto. L’indennità sarà così ridotta di un importo pari all’80% del reddito previsto