Nel 2024 scattano aumenti su ogni genere di beni e servizi e per gli italiani sarà una stangata, e arriva anche la “ciliegina sulla torta”.
Le speranze per un nuovo anno migliore sono già stroncate dalla notizia che a partire dal 1 gennaio 2024 sono già attivi i rincari. Aumenti di prezzo andranno a riguardare la maggior parte dei beni e servizi che usiamo e acquistiamo tutti i giorni.
Dall’autostrada al carburante, dall’aumento dell’Iva su prodotti per bambini ai rincari su telefonia, luce e gas, spesa alimentare e assicurazioni auto, il portafogli degli italiani si svuoterà in media di ulteriori 1000 euro in più rispetto all’anno passato. Oltre a questo, però, c’è anche un’altra (pessima) novità che arriverà presto a farci sborsare altri soldi.
Come da direttive UE, e tra i tanti obiettivi da raggiungere, ci sono anche quelli di ridurre l’uso della plastica e di consumare minori quantità di bevande zuccherate. Da anni sono state concepite a questo scopo due tasse, la Plastic Tax e la Sugar Tax.
L’Italia, come per molte altre cose, è rimasta un po’ indietro e ha sempre prorogato l’applicazione e l’adozione di queste direttive UE. Siamo però arrivati alla fine delle proroghe e queste due nuove tasse saranno attive proprio quest’anno.
Tecnicamente parlando, la Plastic Tax è una tassa del valore fisso di 0,45 centesimi di euro per ogni chilo di prodotti di plastica monouso venduto (i cosiddetti MACSI).
I MACSI sono tutti quei manufatti realizzati con materiali plastici utili a contenere, imballare, manipolare o proteggere le merci, alimentari e non, e che possono avere qualsiasi forma come fogli, pellicole o strisce. Sono esclusi da questa classificazione i manufatti compostabili, i dispositivi medici e i MACSI adibiti a contenere e proteggere medicinali.
La Sugar Tax invece è concepita come imposta sul consumo di bevande analcoliche edulcorate, e più precisamente:
Le nuove tasse graveranno innanzitutto sulle aziende che producono i MACSI, e di conseguenza su chi li acquista per imballare o proteggere i prodotti, e come per tutti gli altri costi arriveranno ad essere pagate in via definitiva dal consumatore finale.
L’ennesima mazzata che probabilmente non servirà a ridurre l’uso della plastica o dello zucchero, ma che andrà a intaccare ancora di più il potere economico delle famiglie italiane.